Cervello esposto a fumo invecchia più velocemente rispetto a quello esposto a nicotina e aerosol

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Il fumo di sigaretta fa invecchiare il cervello umano cinque volte più velocemente rispetto alla esposizione a nicotina o aerosol dei prodotti a rischio modificato.
E’ questa la conclusione cui è approdata una nuova ricerca del Coehar, Centro di ricerca guidato dal professore Riccardo Polosa.
“Il fumo di sigaretta – sottolineano dal riferimento catanese – è causa di un progressivo deterioramento della salute e delle condizioni di vita nei fumatori di tutte le età.
In media, chi utilizza sigarette perde dieci anni di vita rispetto a un non-fumatore.
Non solo, ma le oltre 4.000 sostanze chimiche sprigionate dalla combustione comportano delle alterazioni a livello cellulare e all’accumulo di proteine malfunzionanti.
È noto, infatti, che il fumo è un fattore ambientale di invecchiamento, inducendo stress ossidativo in più organi, incluso il cervello ed esercitando un’influenza negativa sule condizioni neurocognitive e neuropatologhe, raddoppiando le possibilità di sviluppare demenza, Alzheimer e ictus”.

“Tuttavia – rappresentano ancora nel comunicato Coehar – non esistono dati sperimentali sufficienti che dimostrino come il fumo effettivamente alteri la fisiologia del cellule in modo tale da indurre cambiamenti patologici che comportino lesioni nell’area cognitiva”.
I ricercatori della struttura “braccio” dell’Università di Catania, in collaborazione con alcuni dei più prestigiosi Centri internazionali di ricerca legati alla Temple University e alla King Saud University di Riyadh, spiegano ancora, “hanno condotto uno studio in vitro per valutare e confrontare l’impatto del fumo di sigaretta, dell’aerosol dei prodotti a tabacco riscatto e della nicotina pura sulla funzione microgliale con particolare riguardo al profilo tossicologico, alla risposta infiammatoria e allo stress ossidativo in condizioni clinicamente rilevanti”.
Uno studio che, rimarcano, è “unico nel suo genere in letteratura” e che ha dimostrato che, in queste condizioni sperimentali, “la nicotina e i prodotti a tabacco riscaldato non hanno evidenziato una tossicità significativa, mentre la sigaretta ha mostrato una diminuzione significativa della vitalità cellulare”.

LE PAROLE DI LI VOLTI

Diversi studi – sottolinea nel dettaglio il professore Giovanni Li Volti hanno dimostrato come le sostanza tossiche sprigionate dal fumo di sigaretta possano avere conseguenze a livello di stress ossidativo e neuroinfiammazione, ma i risultati non sono mai stati testati in condizioni standardizzate e clinicamente rilevanti.
Abbiamo testato la risposta delle cellule del microglia, cellule immunitarie residenti altamente specializzate, che agiscono come sentinelle del cervello, al fumo di sigaretta, all’aerosol di un prodotto a rischio modificato e alla nicotina.
Abbiamo osservato un’alterazione della proteina responsabile dell’attivazione delle difese antiossidanti della cellula e quindi della fisiologia cellulare, che comporta di conseguenza una risposta alterata nel caso di condizioni patologiche.

In parole semplici, la cellula di un fumatore invecchia cinque volte più velocemente di quella di un non fumatore e, qualora dovesse subentrare una condizione patologica grave, non è più in condizione di rispondere correttamente”.
“Lo studio –
è altresì annotato – non rappresenta un modello di sviluppo di patologie neurodegenerative, ma regala un’attenta fotografia della risposta cellulare in caso di stimoli esterni: questo schema di invecchiamento precoce delle cellule, indica che, ad esempio, un fumatore colpito da ictus avrà esiti e conseguenze più gravi rispetto a non fumatore.
È interessante notare che questi risultati sono coerenti con l’ipotesi che la tossicità possa dipendere dai prodotti della combustione piuttosto che dall’effetto diretto della nicotina o dall’esposizione all’aerosol dei prodotti a tabacco riscaldato”.

- Scritto da Arcangelo Bove