“La questione del tabagismo resta purtroppo di grande attualità in Italia dove continua a fumare circa il 20% della popolazione (un italiano su cinque).
Molti di questi sono fumatori forti, che consumano più di un pacchetto al giorno.
Il fumo, nel nostro Paese, secondo i dati del Ministero della Salute, provoca 90.000 decessi ogni anno”.
Sono le parole che Fabio Beatrice, Direttore scientifico di Mohre nonché Medico Chirurgo Specialista in Otorinolaringoiatra, ha affidato a “Quotidiano Sanità”.
Il tema quello della sigaretta elettronica quale strumento in chiave di smoking cessation.
“La sigaretta elettronica – chiarisce ancora Beatrice alla testata di informazione sanitaria – non è la soluzione definitiva al problema, però non possiamo ignorarla come possibilità per le persone che non intendono smettere di fumare o che dopo averci provato hanno fallito”.
Intanto, il clima non è ovunque amico a prescindere dello svapo.
DANNO ABBATTUTO DEL 95%
Paesi pionieristici come il Regno Unito stanno “frenando” – qui dal Giugno 2025 saranno vietate le usa e getta – senza contare il diffuso andazzo di ban degli aromi che ha già coinvolto realtà quali Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Paesi Bassi e Slovenia.
“La sigaretta elettronica chiaramente non è sana – ammette ancora Beatrice – contiene una percentuale residuale di cancerogeni e di altre sostanze chimiche, ma la percentuale di sostanze dannose rispetto alla sigaretta tradizionale scende drasticamente al 95% in meno e non c’è dubbio che passare dai prodotti basati sulla combustione all’e-cig (senza combustione) porti a una detossificazione importante.
È estremamente importante che il setting di approccio alla sigaretta elettronica sia analogo a quello utilizzato dal Ministero della Gran Bretagna, dove il prodotto viene indicato esclusivamente per i fumatori incalliti e vivamente sconsigliato ai giovani e ai non fumatori.
Se il target informativo è corretto – conclude Beatrice nell’intervento a QS – l’incidenza di uso nei giovani è veramente bassa, quindi credo sia un problema di strategie e di comunicazione”.
- Scritto da Arcangelo Bove