“Usa e getta”, il divieto ad un passo dall’Italia: il Canton Ticino vicino al ban

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Il divieto delle sigarette elettroniche usa e getta ad un passo dall’Italia.
Nel Canton Ticino, in particolare, vi è una mozione che mira a bannare le monouso.
L’iniziativa è stata intrapresa da Maddalena Ermotti-Lepori e sottoscritta da altri deputati di diverse aree politiche quali Daria Lepori, Tamara Merlo, Diana Tenconi, Roberta Soldati e Nara Valsangiacomo.
“Le “puff” attualmente sul mercato – si legge nel testo della mozione – contengono sempre aromi e spesso nicotina sotto forma di sali.
I sali di nicotina (di cui non conosciamo ancora la pericolosità) rendono dipendenti con maggior facilità.
Gli ambienti della prevenzione del tabagismo –
è stato ancora rappresentato nel corpo del documento presentato – sono preoccupati dall’aumento del rischio di dipendenza da questa sostanza, soprattutto tra i giovani, il cui cervello è ancora in formazione.
Oltre che in alcuni negozi, essi vengono acquistati su internet, da adulti e da giovani, e non pare facile (nella pratica) restringerne la possibilità di acquisto ai soli maggiorenni”.

APPELLO ALLA POLITICA

Per i firmatari della mozione, ancora, “il mondo della politica deve affrontare seriamente la situazione e agire di conseguenza” aggiungendo come, “considerati la rapida diffusione di questi prodotti particolarmente nocivi per la salute dei (pre)adolescenti e il reale problema ecologico che essi rappresentano, è opportuno (in attesa di auspicati divieti a livello federale) adeguare la legge cantonale vietando la vendita delle puff”.
In attesa, quindi, di provvedimenti che potrebbero giungere su base nazionale e generale, si agisce a livello regionale e si lavora per un ban per quel che riguarda la vendita sul territorio cantonale.
Ma, come detto, il ragionamento elvetico è più ampio e “punta” a varare un divieto che sia totale su tutto il territorio nazionale ritenendosi come tali dispositivi possano rappresentare una minaccia per i più giovani e per la loro salute.
Tanto più perché – sottolineano i promotori della mozione – l’uso risponde sovente a ragioni di “moda” e non già di smoking cessation.

- Scritto da Arcangelo Bove