Operazione anti-contrabbando: Gdf sequestra oltre 12.000 e-cig illegali

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C’è anche un ingente quantitativo di sigarette elettroniche tra il materiale oggetto di un importante sequestro che ha visto azionarsi militari della Guardia di Finanza sarda.
E, tanto per cambiare, non mancano all’appello prodotti dello svapo.
Oltre 12.000 e-cig di contrabbando, nel dettaglio, precaricate con liquido da inalazione compreso tra 6 e 23 millilitri (per una percentuale di nicotina tra 2 e 5) ed equivalenti a oltre 800 chilogrammi di tabacchi lavorati esteri, sono finite nella rete delle Fiamme Gialle della Compagnia di Porto Torres che hanno dato esecuzione ad un provvedimento venuto ad esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Sassari.
Sono 62 le persone raggiunte da denuncia in tutta Italia dietro le ipotesi accusatorie di contrabbando e di contraffazione.
L’attività di approfondimento posta in essere dai militari ha consentito di rintracciare ben 294 spedizioni contenenti materiale difforme dalla norma, di fabbricazione extra-Unione europea, provenienti dalla Germania e destinate ad acquirenti ricadenti nella provincia di Sassari ed in ulteriori località della Penisola.

INTERCETTATI SPEDIZIONI CHE VIAGGIAVANO TRAMITE CORRIERI

Le spedizioni del materiale difforme avvenivano per il tramite di corrieri che, tuttavia, doveroso precisarlo, non risultano essere coinvolti nell’inchiesta in questione.
Non solo sigarette elettroniche, in ogni caso.
Tra il materiale oggetto di sequestro, infatti, anche capi d’abbigliamento, accessori (portafogli, cappelli, orologi), pelletteria (quali borse, cinture) articoli di elettronica (cuffiette, orologi digitali, cover per cellulari e relativa componentistica), prodotti per la cura della persona (asciugacapelli e piastre) tutti recanti marchi contraffatti di brand internazionali.
Circa 22.000 pezzi in totale per un danno che è stato definito importante in termini di mancate entrate erariali, senza volersi fare menzione del nocumento recato in termini di concorrenza sleale e di minore sicurezza al consumatore finale con quest’ultimo che entrava di fatto nell’uso di materiale non conforme ed, in quanto tale, non sottoposto ai protocolli di sicurezza propri della filiera legale.

- Scritto da Arcangelo Bove