Dimmi a che età smetti di fumare e ti dirò quanti anni di vita guadagnerai…

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Smettere di fumare allunga la vita.
E prima si smette più anni di vita si guadagnano rispetto a chi continua a fumare.
Una ricerca, rilanciata dagli esperti di “Mohre”, ha fissato bene la “scaletta” degli anni di vita che si conquistano a seconda dell’età in cui si dice addio al fumo.
Smettere a 35 anni, per iniziare, allunga l’aspettativa di vita di ben 9,1 anni (con l’aspettativa di vita stessa che sarebbe di solo 1,2 anni più bassa rispetto ai non fumatori);
Dire addio alle bionde a 45 anni, invece, significherebbe conquistare 8,3 anni di vita risetto al coetaneo che continua a fumare (in tal modo rispetto a chi non fuma l’aspettativa sarebbe più bassa di 2,7 anni);
Se il divorzio dalle bionde si consuma a 55 anni, ancora, l’aspettativa di vita risulterà essere di 7,3 anni maggiore rispetto a chi si ostina a proseguire nell’abitudine tabagista e di 3,9 anni minore rispetto al 55enne che non hai mai fatto uso di “bionde”; Per chi smette a 65 anni, ancora, l’aspettativa di vita aumenta di 5,9 anni (3,7 anni in meno al non tabagista).
E, per concludere, anche smettere a 75 anni ha un senso dal momento che si conquisterebbero 4,4 anni di vita.
Per intendersi: non è mai troppo tardi per archiviare i pacchetti.
Dopo i proclami, però, veniamo anche all’aspetto pratico.
Perché a chi fuma devi dire che deve smettere ma gli devi anche dare un supporto valido.

COME FACCIO PER DIRE ADDIO AL FUMO?

Ebbene, come smettere di fumare?
I metodi sono vari sebbene la sigaretta elettronica si stia ponendo da anni ormai come quello maggiormente performante.
Vi è chi riesce ad archiviare il tabacco già dopo la prima svapata, vi è chi inizia con un graduale abbattimento del numero delle sigarette nel tempo fino ad arrivare ad un totale azzeramento.
Prima o dopo si riesca, in ogni caso, l’importante è cogliere l’obiettivo.
Laddove si deve fissare bene in mente un concetto, però, in termini di premessa iniziale: tumori e infarti e tutti gli altri danni legati alla salute non sono causati dalla nicotina ma dalla combustione, dalla bruciatura che si ha nell’uso della sigaretta tradizionale e solo nell’uso di essa.
La nicotina ha la colpa, questo si, di causare dipendenza ma direttamente – sia chiaro – non determina cancro, non determina ictus e patologie vare.
Al di la degli spot anti-svapo, in conclusione, è bene sottolineare un ulteriore punto: a distanza di ormai quindici anni dalla comparsa sul mercato della sigaretta elettronica, ad essa non si può attribuire una sola morte che sia in tutto il pianeta – si fa riferimento ovviamente all’uso corretto di essa con l’uso di liquidi del mercato ufficiale.
La sigaretta classica, invece, macina da decenni, ormai, una media di 7-8 milioni di morti/anno su scala globale senza contare morbilità, costi in capo ai Sistemi sanitari e, ovviamente, fattore umano.
Perché, quindi – sebbene con le dovute prudenze normative – togliersi la possibilità di uno strumento che sta producendo i suoi indubbi vantaggi in termini di salute pubblica?

- Scritto da Italo Di Dio