I denti degli svapatori hanno meno placca rispetto a quelli dei fumatori

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Una sana routine dedicata all’igiene orale è fondamentale per contrastare l’insorgenza di patologie a danno di denti e gengive, molto spesso a rischio a causa di abitudini scorrette, in primis il fumo di sigaretta.
È infatti dimostrato che i composti dannosi sprigionati dalla combustione del tabacco sono annoverati tra i fattori di rischio per l’accumulo della placca dentale, un biofilm costituito da batteri che si sviluppa sulla superficie dei denti e che può favorire l’insorgenza di gengiviti e paradontiti.
L’avvento dei prodotti privi di combustione, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato (ENDS), il cui consumo comporta un rischio ridotto per la salute umana rispetto al fumo tradizionale, porta a interrogarsi se questi dispositivi possano contribuire a ridurre il danno anche al livello del cavo orale.
Per fornire prove efficaci e robuste a sostegno di questa tesi, un team internazionale di esperti ha dato il via al progetto SMILE, coordinato dal COEHAR di Catania, che mira a valutare e quantificare l’impatto dei prodotti privi di combustione sulla salute orale, utilizzando innovative tecnologie per individuare e quantificare i cambiamenti dei parametri di salute orale.

Secondo la dottoressa Giusy La Rosa, ricercatrice del CoEHAR “In questa nostra ultima pubblicazione, abbiamo valutato e quantificato l’accumulo di placca dentale in un gruppo di utilizzatori esclusivi di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato (ex-fumatori da minimo 6 mesi), paragonandolo a quello di 3 gruppi differenti, formati da fumatori, ex fumatori e soggetti che non avevano mai fumato.
Il nostro design di studio ci ha consentito di compiere una valutazione approfondita e oggettiva dell’accumulo di placca mediante strumenti tecnologici all’avanguardia che sfruttano il potenziale della fluorescenza indotta da luce.

Dalla nostra analisi è emerso che l’uso dei prodotti alternativi riduce significativamente l’accumulo di placca dentale rispetto ai fumatori”.

Quanto al metodo, sono stati inclusi nello studio 136 soggetti (30 fumatori, 24 ex fumatori, 29 soggetti che non avevano mai fumato e 53 utilizzatori di ENDS): ai partecipanti è stato chiesto di mantenere inalterate le proprie abitudini legate all’igiene orale, per valutare eventualmente se vi potesse essere una correlazione tra queste e l’accumulo di placca.
Sia lo spazzolamento quotidiano dei denti che l’uso del collutorio sono risultati essere covariabili significative.
È stato inoltre chiesto di astenersi dal fumo o dall’uso degli altri prodotti nelle due ore precedenti lo studio, per un corretto rilevamento delle misurazioni.
Lo status di fumatori è stato accertato grazie all’esame sui livelli di monossido di carbonio, che restituiscono un quadro oggettivo sulle abitudini tabagiche dei pazienti.
Durante le visite, l’accumulo della placca è stato monitorato grazie a immagini catturate da una telecamera ad alta definizione che sfruttava la tecnologia della fluorescenza indotta da luce, trasmettendole poi ad un software che elaborava le fotografia a livello di pixel, per individuare la placca accumulata sulle superfici vestibolari dei denti anteriori.

“I risultati innovativi ottenuti dal progetto Smile – ha spiegato il professore Riccardo Polosa – validano le nostre precedenti ricerche e gettano una nuova luce sulle possibilità rappresentate nel campo della salute orale dei dispositivi a rischio modificato, che rappresentano un ulteriore strumento nelle mani di medici, operatori sanitari e politici nel ridurre l’impatto del fumo di sigaretta a livello globale.
Una narrativa incentrata sul benessere e sull’estetica del sorriso, nostro primo biglietto da visita nella quotidianità, può rappresentare un’incentivo ulteriore per tutti quei fumatori che, ad oggi, hanno bisogno di nuove armi per combattere la piaga mortale del fumo”.
(da Coehar)

- Scritto da Arcangelo Bove