Il fumo fa male.
E fa ancora più male, data la loro condizione, alla donne che sono in stato di gravidanza e, ovviamente, ai nascituri.
Perché, quindi, non incoraggiare quest’ultime – a maggior ragione – ad abbandonare il fumo suggerendo quello che potrebbe essere un valido strumento di smoking cessation?
E’ questo il senso di una riflessione che viene da Sebastien Béziau, Caporedattore della rivista Vap’you, nel commentare i contenuti di un approfondimento inglese che ha evidenziato, appunto, il beneficio insito nel passaggio svapo-fumo nelle donne che sono nei loro nove mesi.
Il discorso di base, tuttavia, è sempre lo stesso: chi non fuma non deve iniziare a svapare.
Questo è assodato.
Quel che bisogna far comprendere ai talebani anti-svapo è che il concetto di sigaretta elettronica va parametrato esclusivamente rispetto allo status di fumatore: nel caso specifico, la e-cig deve essere considerata come soluzione praticabile per una donna che, incinta, proprio non riesce a staccarsi dal tabagismo.
I NUOVI NATI DELLE FUMATRICI CON PESO PIU’ BASSO
Escludere, anche rispetto a questa casistica, una soluzione in termini di minor danno sembra essere una scelta figlia del pregiudizio piuttosto che di una serena valutazione.
Bèziau fa riferimento, al riguardo, ad uno studio inglese che ha messo a raffronto un gruppo di donne gravide fumatrici ed uno di gravide svapatrici nonché un ulteriore di donne che non facevano uso di nulla: una volta avutosi il parto, si è analizzato lo stato di salute del nuovo nato delle mamme dei vari gruppi con risultati che sono stati abbastanza chiari.
I figli delle fumatrici, in particolare, venivano alla luce con pesi mediamente più bassi mentre, invece, tra la prole delle mamme svapatrici e quella delle mamme non fumatrici/non svapatrici non si è apprezzata una particolare differenza in termini ponderali.
La verità consegnata dalla ricerca in questione è la seguente: il fumo ha degli effetti negativi, lo svapo no.
- Scritto da Italo Di Dio
