Isole “La Reunion”, dove la tassa sulle sigarette elettroniche è del 48%

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Cucine da incubo, Cannavacciuolo docet.
Ma anche paesi da incubo per gli svapatori.
Nelle isole “Reunion” sono guaiacci seri per gli amici della sigaretta elettronica, con ciò volendo intendere sia gli operatori del commercio, tra produttori e esercenti, sia i consumatori.
Da quelle parti, infatti, il balzello su taluni liquidi per sigarette elettroniche è arrivato alla quota del 48,5 percentuale.
Roba da far venire letteralmente i brividi.
Ma, attenzione.
Il “privilegio” non è riservato solo ai prodotti dello svapo ma, sebbene in misura mediamente minore, ad un po’ tutte le merci: a far schizzare i prezzi alle stelle, infatti, è la cosiddetta “quota marittima”, una simpaticissima tassa – simpatica come una zanzara in una nottata d’Agosto – che viene a gravare le importazioni-esportazioni lungo la rotta Francia-Isola della Riunione.
Come ci racconta wiki, giusto per completezza di informazione, il territorio in questione (in francese “La Réunion”), “è un’isola tropicale dell’oceano Indiano a sud dell’Equatore che fa parte delle isole Mascarene e costituisce al contempo sia dipartimento sia regione d’oltremare della Francia”.
Il medesimo, ancora, “si trova a 684 chilometri a est del Madagascar e a 172a sud-ovest di Mauritius, con una superficie pari a 2512 chilometri quadrati il cui capoluogo è Saint-Denis”.

DOVE SONO?

Cartina alla mano, in pratica, “La Reunion” si trova a largo della punta meridionale dell’Africa, non esattamente una passeggiata.
Ragion per cui, il trasporto merce è martellato da tasse paurose.
Per la precisione, come viene spiegato dalla Direzione degli “Affari giuridici” (DAJ) del Ministero dell’Economia e delle Finanze di Parigi, “il dazio di mare è un’imposta specifica nei dipartimenti d’oltremare di Guadalupa, Guyana, Martinica, Mayotte e Riunione”.
“Le operazioni soggette al dazio di mare –
è ulteriormente rappresentato – sono le importazioni di merci e le consegne di merci, effettuate a titolo oneroso, da parte di soggetti che li svolgono attività produttive”.
Si tratta di una previsione antichissima, attestata già nel 1670.
Che ha effetti ancora più importanti su quelli che non sono ritenuti beni primari, quali sono cibo e simili.
La curiosità è che la tassa del 48,5% si applica sui liquidi che sono senza nicotina; quelli con nicotina, invece, sono gravati da una solo del 6,5.

- Scritto da Italo Di Dio