Divieti di Torino, Polosa “Non c’entrano nulla con la tutela della salute”

0
44

Il Consiglio comunale di Torino ha appena approvato, come già raccontato dalla nostra testata nella giornata di ieri, la modifica al Regolamento di Polizia urbana che va ad introdurre il divieto di fumare e di svapare negli spazi pubblici all’aperto purchè a distanza inferiore di cinque metri da altra persona.
Metro alla mano, quindi, a zonzo per le strade del Capoluogo piemontese pronti a calcolare se quando si accende una e-cig o una bionda vi sia il “raggio” di sicurezza e di tutela da qualsivoglia altro soggetto.
Ma, ci si chiede, quale è la ratio del provvedimento?
Di semplice educazione o di tutela della salute?
Perché se si parla di garbo, il discorso ci può anche stare atteso come pure all’aria aperta si deve godere del diritto sacrosanto a non essere inondati dalle nubi di fumo e di svapo altrui – anzi, è anche triste che occorra una norma che debba codificare un comportamento che dovrebbe appartenere, molto semplicemente, alle norme non scritte della buona educazione.
Ciò premesso, però, guardando alla proposta di deliberazione che fu depositata dal consigliere comunale proponente dei Verdi Silvio Viale in data 6 Marzo 2023, con protocollo 6787/2023, si richiamano anche le “implicazioni (…) sanitarie del fumo” e la necessità di “tutelare la libertà, l’ambiente e la salute di coloro che non fumano”.
Si comprende, quindi, come alla base del provvedimento vi sia effettivamente anche una motivazione di tutela sanitaria.
Ci chiediamo, quindi: vietare di svapare o fumare “open air” può avere ricadute positive per la salute collettiva?

LE PAROLE DI POLOSA

La domanda l’abbiamo girata ad uno dei massimi esperti su scala internazionale di riduzione del danno da fumo, il professore Riccardo Polosa, fondatore del Coehar e docente presso l’Università di Catania.
Se i divieti introdotti a Torino attengono a questioni di garbo o etichetta, bene” – fa presente Polosa.
Che, tuttavia, annota, come il provvedimento assunto dal Consiglio comunale torinese “non c’entri nulla con la tutela della salute”.
Non c’è un solo studio – spiega ancora il medesimo – che dimostri come un’esposizione a cinque metri di distanza all’aria parta possa fare alcun male ad una persona.
Senza dimenticarci come si parli anche di prodotti a rischio ridotto.
Ma anche la sigaretta normale, all’aperto, per motivi fisico-chimici che non sto qui a spiegare, non avrebbe alcun effetto.
Sono norme che
– conclude il professore siciliano – non servono a nessuno e sono solo punitive del settore”.

- Scritto da Arcangelo Bove