Una situazione preoccupante.
E’ quella che si sta prospettando in Svizzera a causa del dilagare delle sigarette elettroniche usa e getta tra i più giovani.
Ma l’aspetto che merita ancora maggiore riflessione vive nel fatto che i giovani non entrano in possesso di tali dispositivi solo attraverso i canali del mercato nero ma anche attraverso quelli ufficiali.
Ebbene si, infatti, parrebbe proprio che i rivenditori non siano esattamente ligi al rispetto della norma ma facciano vendita delle cosiddette monouso anche a ragazzini e dintorni.
Non lo dicono le chiacchiere ma i risultati di una mirata indagine che è stata condotta dal Dipartimento della sanità e della socialità.
L’indagine è stata posta in essere su 112 punti di vendita che si trovano nei paraggi di ventuno scuole medie.
Il tutto a circa sei mesi dalla entrata in vigore della nuova legge sanitaria che fa divieto, appunto, di vendere siffatte tipologie di prodotti ai minori.
“Circa un punto vendita su quattro ha venduto tali dispositivi ai minori – viene sottolineato ad esito della indagine – E nella quasi totalità dei casi senza accertare in alcun modo l’età – tramite domanda diretta o richiedendo un documento di identità – dei giovani acquirenti”.
I controlli, spiega il Dipartimento in questione, sono stati svolti con il supporto determinante di un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni che, in pratica, hanno assolto al ruolo di 007.
I ragazzi, in pratica, sono entrati “sotto copertura” all’interno dei negozi e hanno chiesto di avere l’uso e getta.
In un caso su quattro la richiesta è stata soddisfatta senza procedersi ad alcun approfondimento.
“ESITO NON SODDISFACENTE”
Martine Bouvier Gallacchi, medico a capo del Servizio di promozione e valutazione sanitaria del Cantone, ha francobollato come “non soddisfacente” l’esito dell’approfondimento.
“Sapevamo – ha proseguito – che, come per ogni cosa, sarebbe stato necessario un certo periodo di adattamento, ma da parte nostra riteniamo di aver fatto una campagna informativa capillare, dando tutte le informazioni necessarie.
Probabilmente – si è avviata a concludere Bouvier Gallacchi – i rivenditori tendono a fidarsi troppo spesso della prima impressione.
Peccato che avrebbero tutto il diritto, anzi il dovere, di chiedere i documenti e accertarsi che il cliente abbia già compiuto i 18 anni”.
- Scritto da Italo Di Dio