Fumo, la strage continua: 20 milioni di morti in sette Paesi nel 2020

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Il fumo continua a mietere, a terzo millennio abbondantemente inoltrato, più che mai vittime.
Ogni singolo anno anno, ad ogni latitudine.
Un approfondimento condotto da Cancer Research UK, in particolare, ha preso in esame la situazione di Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti, realtà alcune delle quali contraddistinte da storiche criticità rispetto alla specifica problematica.
La stima è drammatica: con riferimento all’anno 2020, infatti, si ritiene che complessivamente, nei sette Paesi prima menzionati, siano morte per patologie fumo correlate circa 20,8 milioni di persone.
Una casistica che comprende coloro i quali sono decedute per patologie di tipo cardiocircolatorio e di tipo oncologico.
Il drammatico primato spetta in termini di numeri assoluti alla Cina seguita dalla Russia.
Molto brutta anche la posizione dell’India e del Brasile, Stati che vedono aggravata la situazione anche dalla insistenza di Sistemi sanitari che non riescono a erogare servizi capaci di raggiungere in modo pieno la popolazione e con modalità qualitative significative.

I DECESSI EVITABILI

Una strage che si consuma in modo imperterrito nonostante la crescente attività di sensibilizzazione, nonostante gli obiettivi sforzi che vengono profusi dai singoli Ordinamenti.
Con tutta evidenza, però, appare chiaro come gli strumenti di contrasto, quanto meno in determinati contesti, non siano adeguati e funzionali alla causa.
Fatta eccezione per il Regno Unito, infatti, che da anni ha consolidato una strategia di smoking cessation incentrata sullo svapo, nelle altre realtà si assiste a soluzioni che sono di tenore nettamente diverso e basate su metodi (quali lievi aumenti dei prezzi dei pacchetti, messaggi sui medesimi) che non sono obiettivamente in grado di cogliere i risultati sperati.
Lo studio, che ha indagato anche altri fattori quali alcol e obesità, ha voluto provare come politiche di prevenzione mirate possano essere in grado di abbattere anche in modo sensibile il tasso di morti cosiddette evitabili.

- Scritto da Arcangelo Bove