Le sigarette elettroniche aromatizzate si sono rivelate utili per smettere di fumare.
E’ questo il “succo” di un approfondimento condotto dalla “London South Bank University” e delle cui conclusioni da massimo rilievo “The Guardian”, tra le principali testate giornalistiche del Regno Unito.
Secondo le conclusioni dell’approfondimento, in particolare, il 25 percentuale di quanti – inseriti in un programma di osservazione – avevano fatto uso di “aromi” in un percorso di smoking cessation erano riusciti a dire addio al fumo in uno spazio temporale di tre mesi.
Un ulteriore 13%, inoltre, era riuscito a tagliare il consumo di “bionde” di oltre la metà sempre entro lo stesso arco temporale.
LE PAROLE DI DAWKINS
“Il fumo – ha commentato Lynne Dawkins, professoressa di “Studi sulla nicotina e sul tabacco” presso la “London South Bank University” – è noto che uccide circa 8 milioni di persone in tutto il mondo, ogni anno.
Ed è anche noto – ha proseguito la medesima – che anche alcuni dei trattamenti che vengono ritenuti essere tra i più efficaci hanno scarso effetto sulla riduzione del numero di fumatori”.
Aromi, croce e delizia dello svapo.
Messi in mezzo ad un fuoco incrociato tra quanti, da una parte, sostengono che essi rappresentino l’argomento allettante che porta tanti ragazzini ad approcciare i prodotti dello svapo; Ed altri che, invece, ritengono che i medesimi siano il punto di forza che porta tanti fumatori a dire addio alla dipendenza dal tabacco.
In media veritas?
Non è dato sapersi.
LA SOLUZIONE
Certo è che urge una regolamentazione ed una forma di controllo attento che, da una parte, “protegga” i più giovani dall’accesso a prodotti che a loro non sono assolutamente funzionali; E, dall’altra, tuttavia, tuteli gli adulti fumatori nel loro sacrosanto diritto di smettere di fumare.
Solo attraverso il bilanciamento di questi differenti interessi – e solo attraverso la tutela di entrambi – si può riuscire a dipanare l’intricata matassa.
- Scritto da Italo Di Dio