Studi che vogliono screditare la sigaretta elettronica: Polosa li smaschera

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Costruire teoremi contro la sigaretta elettronica.
Dando vita a studi metodologicamente traballanti (eufemismo) e che, udite udite, sono stati condotti sulla oceanica popolazione di…15 persone.
Follie pure.
Riccardo Polosa, con una lettera inviata alla Direzione di una rivista scientifica, che ne aveva pubblicato le conclusioni, ha fortemente stigmatizzato i contenuti di tale studio (o presunto tale).
Lo studio, in ogni caso, mirava a valutare la presenza di un marcatore – il cosiddetto ossido nitrico sintasi – spia di infiammazione polmonare.
Allo scopo, la “ricerca” ha preso in considerazione quindici partecipanti, come detto, suddivisi in tre sottogruppi da cinque (sic!) persone ovvero fumatori, svapatori e mai fumatori-svapatori ed avrebbe stabilito che, rullo di tamburi, le sigarette elettroniche provocano più infiammazione polmonare delle sigarette.

I GRAVISSIMI LIMITI DELLA RICERCA

Primo punto critico rilevato da Polosa, come già accennato: l’esiguità del numero dei partecipanti.
Letteralmente improponibile condurre un approfondimento scientifico che pretenda di dare indicazioni sulla base di un campione di quindici (15) persone.
In una coorte così striminzita, potrebbe finire facilmente un caso sporadico o, come precisa l’accademico siciliano, “la probabilità di scoperte casuali è molto alta”.
Poi, altro elemento raccapricciante: non è stato indicato dagli autori della ricerca se gli svapatori avessero una storia di fumo.
In buona sostanza, in tale categoria si è potuto includere anche chi, attualmente svapatore, è stato fumatore per trent’anni (esempio) e – magari – aveva smesso di fare uso delle bionde da una settimana.
Uno studio che, in buona sostanza, fa acqua da ogni lato.
E che fa danni, da un punto di vista mediatico, di immagine.
Perchè le conclusioni di quello studio sono state pubblicate su una prestigiosa rivista internazionale.
E quando quelle conclusioni finiscono nel mare dei social, giungono in pasto ai lettori che non possono sapere che quella ricerca è totalmente carente.
Ma la prendono per buona, contribuendo a creare una credenza del tutto distorta sullo svapo.

- Scritto da Italo Di Dio