Italia, sigarette alla menta di nuovo in commercio (ma solo per tre mesi)

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Le sigarette alla menta tornano in commercio.
Ebbene si, per quanto per un periodo limitato.
Buco nel sistema?
Ni.
Le “bionde” mentolate, infatti, faranno la loro ricomparsa all’interno dei tabacchini italiani e saranno reperibili fino alla metà di Settembre di quest’anno.
Ma, vi starete domandando, le sigaretta alla menta non sono vietate?
Certo che lo sono e, precisamente, dal 20 Maggio 2020 in forza di quanto stabilito dal Decreto legislativo numero 6 del 2016 che, a sua volta, aveva dato eseguito la Direttiva unionale 2014/04.
Come è possibile, quindi, che siano nuovamente in vendita, sebbene a tempo determinato, contrariamente a quanto previsto da una legge nazionale-europea?
La risposta rimanda al mondo della burocrazia e dei tribunali, sabbie mobili dove facilmente si può affondare.

IL CHIARIMENTO DI FRANCESCO LUONGO

La spiegazione ce la fornisce Francesco Luongo, Presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino.
Il medesimo, in una dichiarazione rilasciata a opinione.it, ha spiegato come un produttore – si tratta di Jti – “ha immesso nuovamente sul mercato un importante quantitativo di prodotto contenente proprio l’aroma caratterizzante al mentolo, cosa vietata dall’articolo 8 del Decreto legislativo, al fine di esaurirne le scorte in quanto il Tar del Lazio ha annullato il divieto di vendita di tali prodotti emesso oltre un anno fa dall’Agenzia Dogane e Monopoli”.
Questo – spiega ancora il vertice dell’associazione – non perché il prodotto non avesse un aroma caratterizzante, ma soltanto perché la suddetta Agenzia nell’effettuare le analisi del prodotto non avrebbe rispettato la metodologia e la procedura prescritta dalla Commissione europea”.
Senza dubbio un piccolo paradosso, una bella anomalia.

“UNA STORTURA TUTTA ITALIANA”

“Sicuramente sarebbe stato necessario – prosegue Luongo – che l’Agenzia Dogane e Monopoli invece di permettere la vendita di oltre quattro mesi di scorte di un prodotto, come detto vietato, avesse affrontato tale vicenda in modo più responsabile.
Cioè, di effettuare le analisi secondo il protocollo europeo.
In questo modo per una questione di mera forma si sta trascurando del tutto il merito della vicenda e cioè che un prodotto vietato a livello europeo si trova attualmente sul mercato.
L’ennesima stortura del sistema tutta italiana.
Aggiungo che secondo la legislazione vigente –
la chiusura – i prodotti del tabacco contenenti aromi eccessivi e diversi dal tabacco finiscono per essere “caratterizzanti” e quindi “potrebbero facilitare l’iniziazione al consumo del tabacco o incidere sui modelli di consumo” per i più giovani”.

- Scritto da Arcangelo Bove