Lui è uno dei principali player nel mondo della sigaretta elettronica inglese.
E si dice favorevole – “estremamente favorevole“, per l’esattezza – ad un eventuale divieto del Governo inglese sulle sigarette elettroniche “usa e getta“.
In questi termini, parola più parola meno, si è espresso Doug Mutter, timoniere di “Vpz“, gruppo che possiede 150 negozi di sigarette elettroniche in tutto il Regno Unito.
E che ha anche un suo peso politico, oltre che economico, essendo il Direttore della UK Vaping Industry Association – ai più nota come Ukvia, la rilevante sigla associativa che raduna i produttori del vaping d’Oltremanica.
LA MOTIVAZIONE AMBIENTALE
Una motivazione fondamentalmente di tipo ambientale (residuamente anche di tutela dei più giovani) quella che viene posta da Mutter nello spiegare il suo favore rispetto ad un possibile “ban” sulle monouso – ipotesi che, in realtà, pare essere tutt’altro che remota all’orizzonte inglese.
“L’industria riconosce che la questione legata all’impatto ambientale dei prodotti monouso debba essere affrontata”, ha fatto presente il medesimo.
Il litio a rappresentare il nodo critico: la componente in questione è, infatti, la colonna portante delle batterie delle “usa e getta”, in una schiacciante misura gettate nella comune immondizia al pari di rifiuto domestico laddove dovrebbero essere, invece, restituite, in quanto Raee, al negoziante o portate presso le isole ecologiche.
LA NECESSITA’ DI VIGILARE SUL MERCATO NEO
“Ogni anno milioni di batterie vengono gettate nei cassonetti dove possono provocare incendi negli impianti di lavorazione” – denuncia ancora Mutter.
“Per me – sottolinea – dovrebbe esserci un divieto sui prodotti usa e getta che sosterremmo se venissero messe in atto adeguate punizioni e misure di polizia per far rispettare il divieto e garantire che non si sviluppi un mercato nero”.
Ben venga, quindi, una “stretta” ma si sorvegli, però, ammonisce l’imprenditore, sullo sviluppo di un eventuale canale parallelo clandestino.
Altrimenti si finirebbe per aggiungere al danno anche la più classica delle beffe.
- Scritto da Arcangelo Bove