Festinese (Santo Spirito): riduzione danno da fumo, “cerchiamo di proteggere il paziente”

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“Riduzione del rischio? E’ la strategia più discussa.
Se ho un iperteso con una pressione massima di 160 devo cercare di portarlo a 120 perché non abbia più problemi, ma se lo porto a 150 o 140, ottengo una riduzione del rischio di avere una malattia cardiovascolare.
Il messaggio da dare è che non bisogna fumare, senza se e senza ma.
Però bisogna rimanere con i piedi per terra e cercare di proteggere il paziente che, anche se stimolato in tutti i modi a smettere, dopo aver usato i farmaci e aver frequentato un centro antifumo, non ha avuto successo.
E allora perché non cercare di convertire il fumo convenzionale in un fumo che è un aerosol solo di nicotina?”.

RESPONSABILE DEL SANTO SPIRITO

A parlare ai taccuini del “sussidiario.net” è il dottore Silvio Festinese, Responsabile aziendale di Cardiologia territoriale dell’Ospedale Santo Spirito dell’Azienda sanitaria locale “Roma 1”.
Il professionista, interpellato sulla sempreverde questione del tabagismo e delle possibili risposte, ha spiegato la sua visione aprendo ad un discorso di riduzione del danno in termini di “residualità“.
Ovvero che possa essere preso in considerazione nel momento in cui le altre soluzioni, che siano farmaci o che siano i Centri anti-fumo, abbiamo fallito.

LA VOLONTA’ PRIMA DI TUTTO

Dopo la volontà del paziente, osserva ancora Festinese a il “sussidiario.net”, in ottica di “smoking cessation“, “la seconda strategia prevede l’utilizzo di farmaci.
Riescono ad attenuare la nostra dipendenza dalla nicotina, che attiva la dopamina, la quale va nell’area del nostro cervello che chiamiamo mesolimbo, quella del piacere, delle coccole.
E noi vogliamo essere coccolati in una società sempre più stressata, che ci chiede sempre di più.

I farmaci, con un programma ben preciso, potrebbero ridurre la dipendenza.
Le evidenze cliniche, però, ci dicono che, al massimo, dopo dodici mesi di terapia farmacologica, smette il 20% delle persone.
Ci teniamo stretto questo numero, perché non si butta via niente, ma la percentuale di fallimento è dell’80%”.

“SIAMO ALLA PREISTORIA DELLA RIDUZIONE DEL DANNO”

Fatto anche un inciso sulla carenza delle strutture anti-fumo, il medico annota ancora
In una sigaretta la nicotina determina dipendenza, ma è la combustione che libera decine di sostanze tossiche e cancerogene che determinano patologie cardiovascolari e oncologiche”.
Tuttavia, riconosce ancora il medico del Santo Spirito, “abbiamo comunque bisogna di ricerca, siamo alla preistoria nel proporre il concetto di riduzione di rischio tabagico”.

- Scritto da Arcangelo Bove