Beatrice “Sigaretta elettronica più efficace dei farmaci alla nicotina”

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“Bisogna intercettare meglio le esigenze dei fumatori che hanno l’idea di smettere di fumare.
Le proposte fatte finora dall’Istituto Superiore di Sanità hanno un problema di ricevibilità”.
L’Agenzia di stampa Askanews a rilanciare le parole del professore Fabio Beatrice, Primario emerito all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e Direttore del Board scientifico dell’Osservatorio di Mohre, “Medical Observatory of Harm Reduction“.
L’intervento del professionista, tra i principali teorici nazionali ed europei in fatto di minor danno da fumo, a Largo Chigi, il format di The Watcher Post, dedicato per l’occasione al “World No Tobacco Day“, la Giornata mondiale senza tabacco.
La gran parte dei consigli tecnici – ha ulteriormente proseguito il professionista – non comporta la cessazione del tabagismo.
La sigaretta elettronica, invece, è uno strumento importante per aiutare il fumatore a smettere, con una efficacia superiore alla nicotina in formato farmacologico”.

AIUTARE I FUMATORI ADULTI E PROTEGGERE I GIOVANI

“Il timore dei medici è che il fumo elettronico possa essere una porta di accesso alla dipendenza da fumo.
Ma in realtà gli ultimi studi dimostrano che è necessario trovare un punto di equilibrio tra politiche che diminuiscano il tabagismo e quelle di aiuto ai fumatori, quindi la sigaretta elettronica va intesa non tanto come qualcosa di sano da consigliare ai ragazzi, ma come un concreto aiuto ai fumatori che hanno voglia di smettere”.

Beatrice tocca un aspetto alquanto centrale nelle tematiche della riduzione del danno e che richiama alla necessità di tracciare una linea strategica di distinzione che, allo stesso tempo, promuova la e-cig quale strumento di smoking cessation e la necessità di preservare e tutelare i più giovani dall’accesso al fumo come anche a questa tipologia di nuovi prodotti.
Un pò quello che stanno facendo realtà nazionali quali il Regno Unito e la Nuova Zelanda che sono tra i più convinti assertori delle politiche di riduzione del danno.
Ma che hanno ben compreso come il successo di tale strategia passi necessariamente da una rigorosa modalità di “protezione” dei giovani.

- Scritto da Arcangelo Bove