Il mercato legale delle sigarette elettroniche continua a basarsi, negli Stati Uniti d’America, su una manciata di prodotti.
Pugno sempre più duro da parte della Food and Drug Administration che, lo scorso 12 Maggio, ha emesso ufficiale rifiuto di immissione sul mercato per 6.500 prodotti riconducibili a dieci differenti società.
Un mare di “no” che si basa sulla motivazione sempre snocciolata in questi casi.
Ovvero “le prove fornite dalle aziende non dimostrano che i loro prodotti siano appropriati per la protezione della salute pubblica”.
Ed ancora, come sottolineato da Matthew Farrelly, Direttore dell’Office of Science presso il Center for Tobacco Products della Fda, “la decisione odierna di rifiutare circa 6.500 prodotti si è basata sulla mancanza di prove scientifiche fornite nelle domande”.
In pratica, secondo la Fda – che, si ricorda, è l’Ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della Salute e dei Servizi umani degli Stati Uniti d’America – i prodotti presentati dalle aziende non sarebbero rispondenti ai parametri di sicurezza pretesi dalla norma.
IL FATIDICO PMTA
In sostanza non hanno ottenuto il cosiddetto Pmta – acronimo di Premarket Tobacco Applications – vale a dirsi l’autorizzazione alla vendita che tutti i produttori di vaporizzatori devono ottenere per poter commercializzare i propri prodotti negli Stati Uniti.
Un affare da ricchi, da ricchissimi.
Per strappare il Pmta, infatti, necessitano certificazioni e requisiti raggiungibili attraverso investimenti economici oserebbe dirsi quasi proibitivi.
Roba da non tutti, per intendersi.
E così il mercato si stringe ad una nicchia di produttori, di superbig che quegli investimenti e quegli adeguamenti propedeutici all’ottenimento del Pmta li possono sostenere.
Sarebbero solo ventitre i prodotti che hanno tutt’ora il nulla osta dell’Ente governativo e che, quindi, possono commercializzare nel mercato Usa: di questi venti afferiscono lo svapo e tre il tabacco riscaldato.
Tutto questo, ovviamente, per quanto rispondente alla esigenza suprema di tutelare e proteggere i consumatori, determina anche una contrazione della possibilità di scelta ed un più o meno diretto danno per lo svapatore.
Perchè la varietà, nelle logiche del mercato, è mezza bellezza.
- Scritto da Italo Di Dio