Un giovane su quattro ha fatto uso, nell’ultimo mese, di un prodotto che sia tra sigarette tradizionali, elettriche o tabacco riscaldato.
Uno su tre circa, ancora, dice di essersi concesso una “bionda” almeno una volta nella vita.
Sono questi i dati sviscerati dalla indagine Global Youth Tobacco Survey (Gyts), attività condotta ogni quattro anni su un campione di studenti delle scuole italiane di età compresa tra i 13 ed i 15 anni.
E le femminucce paiono essere, come da dati emersi, abbastanza più avvezze alle pratiche fumo-svapo rispetto ai coetanei del sesso opposto.
Tra il 2010 ed il 2022, si apprende, il tasso di fumatori – sempre con riferimento alla fascia anagrafica 13-15 – è passato dal 21 al 16 percentuale mentre quello degli svapatori, negli ultimi quattro anni, è balzato dal 18 al 20.
Oltre a questi numeri, pur importanti, è anche centrale capire come i ragazzini arrivino a tali prodotti.
Nel 2010, ad esempio, quasi la metà del campione interpellato aveva rivelato di acquisirli direttamente dal tabaccaio: oggi la percentuale, anche per effetto dell’inasprimento delle sanzioni del 2016, è scesa al 25%.
Un’altra buona metà dice di averli avuti da amici o parenti.
IL FUMO PASSIVO
Ancora preoccupante, nonostante le intense campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione, il dato riguardante il fumo passivo.
Fumo passivo anche nelle scuole.
A distanza di venti anni dalla entrata in vigore della legge Sirchia, che ha categoricamente vietato l’uso delle bionde all’interno di luoghi al chiuso a pubblica frequentazione, infatti, si registra con tutta evidenza l’illecita accensione di “bionde” anche intra moenia.
Uno studente su tre, nel dettaglio, riferisce di aver visto fumare qualcuno all’interno della propria scuola e il 58% lo ha visto fare nelle pertinenze esterne quali cortili e parcheggi.
Ma non va benone neppure negli ambienti domestici.
Quasi la metà degli adolescenti intervistati (47%) dichiara che qualcuno ha fumato in casa in sua presenza (dato stabile rispetto al 2010).
- Scritto da Italo Di Dio