Restiamo alla finestra.
Aspettando.
Ad oggi nessuna “nuova” giunge dal Ministero della Salute rispetto ai possibili divieti che potrebbero andare a riguardare l’uso della sigaretta elettronica sia nei luoghi pubblici al chiuso sia in quelli all’aperto.
Tutto fermo – sempre salvo sorprese che potrebbero anche giungere da un momento all’altro – alle ultime uscite ufficiali del Ministro Schillaci e del Sottosegretario Gemmato.
Come si ricorda, si era ancora nel mese di Febbraio quando i due vertici – dopo una prima dichiarazione del Ministro in audizione alla Camera – avevano affermato come in realtà non vi fosse nessuna bozza ufficiale già sul tavolo ministeriale ma “solo” un lavoro che si stava conducendo a livelli di ufficio, in più aggiungendosi come sulla e-cig, nello specifico, fosse aperta una fase di riflessione.
A distanza di una manciata di mesi da quel momento, come detto, non sono trapelati ulteriori elementi di novità.
La discussione è viva, anche a livello di dibattito politico interno.
Quel che pare essere certo, con riferimento alla “estensione” della legge Sirchia, è il divieto che sarà introdotto per quel che riguarda il fumo “open air”: più dubbi sussistono sulla e-cig per quanto, anche con riferimento al tabacco classico, non si avrà un divieto (anche open air) cieco.
Nel senso che non sarà punita la fattispecie del tizio o del caio che fumi in un luogo isolato.
Al di là del formulato della norma che verrà, preoccupa l’appiattimento ideologico, di impostazione fumo-svapo.
L’ATTUALE POSIZIONE
E tanto non sorprende se è vero che il Ministero della Salute, nelle sue pagine ufficiali, parla delle sigarette elettroniche come di “via di accesso al tabagismo per i giovani” con “evidenze forti del fatto che gli aromi contribuiscono in modo significativo all’attrattiva della sigaretta elettronica e all’iniziazione al suo utilizzo”.
Ancora aggiungendosi come “al contempo vi sono scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare” con “i dati sulla riduzione del fumo sono giudicati da deboli a moderati”.
E poi la questione delle limitazioni sulla pubblicità dei prodotti svapo, pure annunciata da Schillaci sempre nel contesto della famosa audizione alla Camera.
Intanto, la sentenza del Tribunale di Torino che ha ri-sottolineato il divieto di fare promozione di sigarette elettroniche e di relativi liquidi.
Si attende l’Italia, si attende l’Europa.
Non resta molto altro da fare.
Si auspica che la scienza pro-svapo possa recare le proprie ragioni e che queste possano essere quanto meno ascoltate: il più grande pericolo, prima di tutto per la pubblica salute, è che si faccia di tutt’erba un fascio.
- Scritto da Arcangelo Bove