“In quanto organizzazione di consumatori che rappresenta decine di migliaia di vapers in tutto il mondo, apprezziamo l’opportunità di fornire un feedback sull’attuale quadro normativo dell’Ue in materia di tabacco e nicotina.
Sfortunatamente, dal nostro punto di vista, però, la maggior parte delle domande sono di parte, fuorvianti, impossibili da rispondere o aperte all’interpretazione”.
Lo fa presente la World Vapers’Alliance attraverso una recente nota diramata attraverso i propri canali.
Il riferimento è alla consultazione avviata dalla Commissione europea che, attraverso una serie di quesiti posti sulla propria pagina web istituzionale, vorrebbe, nella dichiarazione d’intenti, avviare una fase di ascolto della platea dei consumatori.
Secondo il gruppo guidato da Michael Landl, però, questi stessi quesiti sarebbero viziati e non farebbero altro che “giustificare un atteggiamento ostile nei confronti della riduzione del danno”.
L’ESEMPIO DATA DALLA SVEZIA
In buona sostanza, anche con questa modalità di impostazione della consultazione si sostanzierebbe “un’altra opportunità persa per la Commissione di aprire finalmente un dialogo onesto e basato sulla scienza con tytte le parti interessate.
La riduzione del danno – osservano ancora – deve essere un elemento chiave della revisione della direttiva sui prodotti del tabacco se l’Ue mira a raggiungere il suo obiettivo senza fumo entro il 2040″.
Un obiettivo che è alquanto remoto nella sua fattibilità, sottolineano dalla WVA, se è vero che “solo un Paese dell’UE è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo: la Svezia“.
Lo Stato scandinavo, annotano Landl e colleghi attivisti, raggiungerà già quest’anno l’obiettivo antifumo e, ironia della sorte, “è l’unico Paese con una certa flessibilità legale nei confronti del Tpd.
È tempo di abbracciare pienamente la riduzione del danno in ambito Ue”.
Ben 117 domande sulle 201 che compongono il “questionario”, lamentano dalla World Vapers’Alliance, sarebbero impostate, in realtà, in modo tale da cercare un “avallo” delle posizioni anti-vaping.
Per la precisione, annotano, “l’intera consultazione ci lascia con l’impressione che la Commissione voglia l’approvazione per la sua ostilità nei confronti dei prodotti dello svapo”.
In poche parole, come dice Landl, “un’altra occasione persa”.
- Scritto da Arcangelo Bove