Smettere di fumare consentirebbe al Governo di abbattere i costi legati alla tutela della salute.
E’ questo uno dei “concept” espressi da Fabio Lugoboni, Direttore presso il Centro di Medicina delle Dipendenze di Verona nonchè Professore di Psichiatria e Medicina interna della medesima Università scaligera, in una intervista rilasciata a “ilsussidiario.net”.
Il presupposto della discussione risiede nelle novità normative che il Ministro Schillaci vorrebbe portare sulla piazza con una equiparazione fumo-svapo rispetto ai luoghi dove tali pratiche sono e non sono consentite.
Lugoboni, in realtà, sulla questione luoghi si-luoghi no si è mostrato non rigido affermando “Non vedo perché se a uno dà fastidio lo svapo se lo debba sorbire”.
“Se – osserva però l’esperto sempre ai taccuini de “Il Sussidiario” – mi si dice tassiamoli in maniera pari alle sigarette, rendiamo loro la vita dura come alle sigarette, la risposta è no.
Nel senso che il Governo dovrebbe favorire la diffusione delle sigarette elettroniche e del tabacco riscaldato, perché poi va a finire che paga meno danni sulla salute”.
Una chiara apertura ai concetti della riduzione del danno
“Per il momento riduciamo il rischio, sicuramente con lo svapo si riduce di molto, con il tabacco riscaldato si riduce anche sensibilmente”.
LA QUESTIONE NICOTINA
Una riflessione che contiene, implicitamente, una posizione non di “condanna” alla nicotina “Il famoso detto recita: la gente fuma per la nicotina ma si ammala per il catrame – ancora Lugoboni a “ilsussidiario” – Questo è in sintesi il concetto: niente catrame, eliminiamo le cause oncologiche, perché la nicotina non è oncogena, fa danni di altro tipo ma non questo”.
“Ci sono due cose che devono essere chiare – conclude il docente – le persone che provano a smettere da sole hanno una grandissima probabilità di fallire.
L’80% di chi prova da solo fallisce nella prima settimana.
Chi prova da solo a tre mesi ha il 2-3% di possibilità di portare a casa un successo. Se ci si appoggia a un centro antifumo le probabilità vengono ribaltate.
Quella di essere astinenti dopo tre mesi è del 70%, proprio il contrario.
Il problema è che meno del 10% dei fumatori si avvicinano ai centri antifumo: trattiamo una percentuale molto piccola”.
- Scritto da Arcangelo Bove