“Una nuova ricerca mostra ancora una volta che gli adulti preferiscono vari sapori piuttosto che essere limitati alla esclusiva scelta degli aromi a base di tabacco.
I dibattiti sul divieto dei sapori di vaporizzazione sono in corso da anni, in particolare negli Stati Uniti, in Europa e in Canada.
Questi dibattiti hanno implicazioni significative per la riduzione del danno del tabacco, poiché i vapori aromatizzati sono spesso preferiti dai fumatori che cercano di smettere di fumare”.
Lo sottolinea, attraverso le pagine della World Vapers’Alliance, Mariam Gogolishvili, una dei protagonisti della struttura della WVA nonchè esperta attivista già operativa con diverse Ong in tutta Europa – tra le altre promotrice del movimento “Do not arrest” lanciato contro la politica repressiva sulle droghe leggere in Georgia.
“È tempo di porre fine a questi dibattiti e concentrarsi su politiche basate sull’evidenza che proteggano la salute pubblica preservando al contempo i benefici della THR – prosegue la stessa – I responsabili politici dovrebbero considerare la ricerca disponibile sui prodotti da svapo aromatizzati e i loro potenziali benefici e rischi”.
LO STUDIO USA
Ad essere citato dalla esponente uno studio condotto in Usa su 69.233 partecipanti che ha rilevato come la quasi totalità degli svapatori facesse utilizzo di aromi con appena un residuale 2,1% che, invece, optava per quello al tabacco – per la precisione, in ordine di predilezioni, spiccavano i fruttati.
Tant’è che proprio quest’ultimi si sono rivelati essere il gusto più utilizzato al momento della cessazione dal fumo (83,3%).
Con gli autori dello studio che hanno rimarcato come l’aspetto dei “sapori” e quello della loro incidenza nelle scelte di smoking cessation non possano essere non valutati dal legislatore.
“Vietare i sapori di svapo – analizza ancora la Gogolishvili – è diventata una tendenza preoccupante tra i responsabili politici a causa delle preoccupazioni sull’uso dei vaporizzatori tra i giovani.
Alcuni politici ritengono che vietare gli aromi contribuirà a ridurre i tassi di svapo giovanile, ma dimenticano e penalizzano i fumatori adulti e gli ex fumatori che usano i vaporizzatori per sottrarsi alla dipendenza dal fumo.
LA QUESTIONE GIOVANI
Alcuni politici sostengono anche che vietare i vaporizzatori aromatizzati aiuterà a prevenire che i non fumatori, in particolare giovani, diventino dipendenti dalla nicotina.
Ma cosa dicono circa il fatto che in tanti potrebbero tornare a fumare?
Diversi studi hanno dimostrato che gli adulti che usano vaporizzatori aromatizzati hanno maggiori probabilità di smettere di fumare rispetto a quelli che usano vaporizzatori aromatizzati al tabacco”.
Evidenziato dall’attivista anche come eventuali divieti porterebbero, inevitabilmente, a far fiorire o rifiorire il mercato nero, la stessa conclude
“I responsabili politici dovrebbero tenere conto delle potenziali conseguenze negative insite nei possibili divieti di aromi e prendere in considerazione misure alternative per proteggere la salute pubblica preservando i benefici dello svapo”.
- Scritto da Arcangelo Bove