Formare, istruire la Comunità medica sulla sigaretta elettronica e sulle potenzialità in essa insite in termini di minor danno.
E’ questa la ricetta che detta il Professore Giacomo Mangiaracina al fine di poter dare risposte concrete in ottica di smoking cessation.
Mangiaracina, Medico Chirurgo Specialista in Salute Pubblica e Presidente dell’Agenzia nazionale per la Prevenzione, è uno dei pionieri in Italia per quel che riguarda il discorso del minor danno da fumo.
“Già nel 2010 – ci rivela – conducemmo primi studi sul vapore riuscendo a stabilire come, dopo due minuti di esposizione, si registrasse la presenza di un quantitativo di 50 di microparticolati contro i 900, nello stesso arco temporale, che si osservavano nella sigaretta classica.
E parliamo, all’epoca, di vaporizzatori che erano decisamente più grezzi rispetto a quelli attualmente disponibili nel mercato”.
Formare i camici bianchi, quindi, educarli fornendo loro gli elementi utili sui danni fumo correlati e su quelli decisamente più abbattuti riconducibili alla e-cig.
In modo tale da poter realmente aiutare i pazienti.
Una chiave di lettura che pare essere scontata, immediata.
Ma che nel nostro contesto è ancora lungi dal trovare applicazione se è vero che le massime Istituzioni nazionali in termini di Sanità occupano posizioni di forte scetticismo, se non di avversione, rispetto allo svapo.
“Ho più volte auspicato – ancora il medico – un incontro con i produttori al fine di coordinare azioni relative al tipo di intervento pubblico da attuare e capire come concepire la posizione della sigaretta elettronica in un contesto battagliero ove Ministero ed Istituto Superiore della Sanità ancora mettono sullo stesso livello fumo e vapore.
Bisogna comprendere dove collocare l’utilizzo della sigaretta elettronica, essere chiari”.
Uno snodo centrale, tuttavia, è quello che vive nella diversificazione di strategie tra giovani e adulti.
ISTRUIRE ANCHE I NEGOZIANTI
“Gli adulti fumatori che altrimenti non riescono a smettere di fumare devono essere incoraggiati a passare alla sigaretta elettronica.
I giovani e quanti non fumano, in generale, devono essere assolutamente scoraggiati”.
“Servono medici di forte esperienza nel settore del contrasto al tabacco che aiutino altri medici – insiste – e li erudiscano rispetto alle potenzialità del vapore e all’abbattimento del rischio insito nel passaggio dal fumo allo svapo.
Purtroppo, da parte di alcuni ricercatori si ha ancora questo appiattimento fumo-svapo.
Ma si tratta di figure che operano nei laboratori e che mai hanno avuto a che fare con la clinica, con il quotidiano confronto con i pazienti.
Io, da parte mia, ove necessario, ho prescitto convintamente la sigaretta elettronica”.
Formare i medici ma investire anche sui negozi stessi di sigarette elettroniche.
“Certo – insiste Mangiaracina – chi vende sigarette elettroniche non deve solo vendere ma deve anche essere consulente.
Deve essere promotore di salute.
Bisogna in tal senso “trasformare” le rivendite in Centri per il trattamento del tabagismo”.
Già per dieci anni alla guida della Società italiana di Tabaccologia e Direttore della rivista di Tabaccologia, oggi Mangiaracina è, come prima detto, al timone dell’Agenzia nazionale per la Prevenzione tra le cui articolazioni è stato attivato un Servizio dedicato al tabagismo che si sviluppa sulla piattaforma dedicata “doctorium.it”.
“Bisogna fare un lavoro coordinato di insieme – conclude l’esperto –
Ad oggi mi imbatto sovente in una disgregazione tra le parti, bisogna essere uniti nel dare un messaggio univoco”.
- Scritto da Italo Di Dio