Il Ceo di Relx “Nei Paesi dove cresce la sigaretta elettronica, cala il fumo”

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Più sigarette elettroniche, meno fumo.
Un rapporto inversamente proporzionale quello che si sta registrando in quei Paesi dove, a maggior diffusione di e-cig, si assiste al deciso crollo nei consumi del tabacco tradizionale.
A rimarcare tale aspetto è stato Bing Du, co-fondatore e Ceo di Relx International.
Questa correlazione indica che, nel momento in cui aumenta l’utilizzo di sigarette elettroniche tra i fumatori adulti, diminuisce il ricorso alla sigaretta tradizionale”.
Così il numero uno del colosso della sigaretta elettronica.
Che prosegue.
“Quando guardiamo all’esempio dato da realtà quali il Regno Unito, la Nuova Zelanda, l’Australia, il Giappone e molti altri possiamo prendere atto in modo chiaro dell’esistenza di un modello che rappresenta in modo crescente come l’adozione di sigarette elettroniche porti, di contraltare, ad un calo nel consumo di sigarette tradizionali”.
Bing Du fa poi specifico riferimento al concetto del minor danno, quale principio dalla generale applicazione.

LE PAROLE DI BING DU, PATRON DEL COLOSSO DELLA E-CIG

“La riduzione del danno è un approccio, direi un principio, consolidato e testato che ha trovato applicazione in diversi ambiti molto prima del tabacco.
In virtù di esso, si vanno ad incoraggiare le popolazioni a lasciarsi alle spalle abitudini e condotte che sono dannose a favore di altre che sono più salutari e meno nocive”.

Un concetto che non è assolutamente estraneo al nostro Sistema: basti pensare che un lampante esempio di applicazione del minor danno è quello che si ha nel contrasto alla dipendenza da stupefacenti, ovvero il metadone.
La riduzione del danno, in linea di principio – incalza il super manager – dipende da due fattori che devono coincidere: in primo luogo la persistenza di prodotti con un profilo di rischio inferiore e, inoltre, la presenza di fumatori adulti che li adottino in massa.
Solo in questa maniera possiamo assecondare, per così dire, il potenziale che le e-cig hanno al fine di integrare le politiche di Salute pubblica, sostenendo i tentativi di passaggio di coloro i quali sono dipendenti dal tabacco verso alternative migliori e meno impattanti sulla salute”.

- Scritto da Italo Di Dio