La disinformazione.
Benedetta e maledetta disinformazione.
Più volte abbiamo affermato come i guai del settore siano principalmente da ricondurre ad una cattiva e grossolanamente errata informazione.
Il problema è che queste dinamiche hanno la loro genesi in parte della scienza, ovvero in coloro i quali dovrebbero essere diffusori, per eccellenza, di verità.
Il caso del Bak, associazione medica tedesca, è assolutamente eclatante.
L’associazione di camici banchi, infatti, ha inviato una nota all’attenzione del Governo tedesco chiedendo di estendere le restrizioni sugli aromi anche alle sigarette elettroniche.
Come noto, infatti, con Direttiva dell’Unione europea è stato stabilito il divieto di aromi nel tabacco riscaldato.
Entro il 23 Luglio 2023, in particolare, gli Stati membri saranno chiamati a recepire nei rispettivi ordinamenti la Direttiva continentale: vale a dire dovranno porre in essere leggi di recezione delle menzionate disposizioni.
Ma solamente a fare data dal 23 Ottobre del 2023 si avrà una vera efficacia delle norme e, con esse, il divieto di circolazione commerciale del tabacco riscaldato aromatizzato.
Questo, però, non basta ai medici tedeschi che chiedono di allargare, come prima detto, tali limitazioni anche alle e-cig, per il momento restate fuori dai contenuti della Direttiva di Bruxelles.
Detto questo, il teorema accusatorio di Bak abbraccia anche lo svapo “Gli aromi aggiunti contribuiscono in modo significativo a rendere i prodotti a base di nicotina come le sigarette elettroniche attraenti per i consumatori più giovani.
La varietà di sapori è uno dei motivi più importanti che vive nel consumo di tali prodotti tra giovani e adulti”.
Una riflessione che, fondamentalmente, fa acqua da tutte le parti.
MA L’ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI BVR LI STRONCA
La riflessione dei camici bianchi è stata stroncata dall’associazione di consumatori Bvr “La disponibilità di sapori è un punto centrale per coloro che passano dall’utilizzo mortale del tabacco da fumo alla molto meno dannosa sostituzione della nicotina con le sigarette elettroniche.
Nel nostro sondaggio sui consumatori del Luglio 2022, quasi il 98% dei 1.771 intervistati ha fatto presente di essere stato un fumatore prima di passare allo svapo.
Solo il 2,26% ha dichiarato di non aver mai fumato prima.
Questi numeri sono coerenti con tutte le indagini scientifiche affidabili sul comportamento dei consumatori.
In un altro sondaggio tra i vapers a livello europeo, il 70% dei 6.283 intervistati tedeschi ha affermato che la varietà esistente di flagranze ha svolto un ruolo decisivo nello smettere di fumare e nel cambiare.
Senza questa diversità, molti probabilmente sarebbero rimasti fumatori, con tutte le conseguenze negative e spesso fatali.
Contrariamente a quanto esposto dal Bak, l’importanza è molto diversa per i giovani principianti.
In un sondaggio del CDC nel 2019 sulla questione del perché questi abbiano provato lo svapo per la prima volta, la presenza di gusti variegati non era indicata come “uno dei le ragioni più importanti del consumo” collocandosi, piuttosto, all’ultimo posto dietro la curiosità e la pressione dell’ambiente sociale.
Anche in Germania il numero di utenti tra giovani e adulti è rimasto stabile ancora per anni, non varietà di gusti ma invece, soprattutto, comodità in primo piano.
Un divieto dei cosiddetti sapori per le e-cig, quindi, difficilmente modificherebbe i dati di consumo tra i ragazzi, ma impedirebbe ai fumatori adulti di cambiare e quindi di un potenziale miglioramento del loro stato di salute.
Alla luce dei tassi di fumo già assurdamente alti in Germania, un tale passo sarebbe fatale.
A nostro avviso, la raccomandazione dell’Associazione medica tedesca – la conclusione – è irresponsabile”.
- Scritto da Italo Di Dio