Dietrofront.
Il World Journal of Oncology ritira l’articolo nel cui contesto era stato affermato come le sigarette elettroniche fossero cancerogene al pari delle sigarette classiche.
“Dopo la pubblicazione di questo articolo“, spiegano i responsabili della testata scientifica “sono state sollevate preoccupazioni riguardo alla metodologia dell’articolo, all’elaborazione dei dati di origine, inclusa l’analisi statistica, e all’affidabilità delle conclusioni”.
A tutta questa serie di contestazioni, ricordano ancora dalla direzione del World Journal of Oncology, “gli autori non sono riusciti a fornire giustificate spiegazioni e prove per le indagini”.
Quindi il ritiro del pezzo su richiesta del caporedattore.
Il solito lavoro buttato là, per dirla breve, viziato da carenze metodologiche madornali, asservito esclusivamente allo scopo di voler esprimere una condanna a tutti i costi alla sigaretta elettronica.
Un’opera distorta da preconcetti e pregiudizi, per un danno madornale causato alle ragioni del minor danno da fumo ed alla salute pubblica.
LA CRITICA DI SALLUM
“Questo studio – spiega il giornalista scientifico Jacob Sallum – non è riuscito ad affrontare la questione se le diagnosi siano state fatte prima o dopo che le persone hanno iniziato a svapare, un requisito minimo per inferire il nesso di causalità.
Nel 2020, del resto, lo stesso problema ha portato alla ritrattazione di un articolo del Journal of the American Heart Association che riportava un’associazione tra svapo e attacchi di cuore”.
L’ articolo del World Journal of Oncology, riconducibile alla firma di non meno di 13 ricercatori presso Istituzioni come l’Università del Missouri, il Temple University Hospital, la Mayo Clinic e la Icahn School of Medicine del Mount Sinai, presenta ulteriori criticità di metodo che si sarebbero dovute appurare e risolvere prima della pubblicazione: vale a dire incongruenze, errori di scrittura, non sequitur e errori di ragionamento.
Il fiume di obiezioni precipitato da una parte sana della scienza ma anche dell’opinione pubblica, all’indomani della diffusione dell’articolo, ha portato i responsabili della testata, colpevoli anche loro di non aver verificato lo scritto prima della sua divulgazione, prima ad una scrupolosa analisi e poi al ritiro del medesimo.
Intanto, però, la disinformazione ha galoppato dal momento che il lavoro, provenendo da una matrice che è apparentemente qualificata, è stato ripreso dai principali media mondiali e, quindi, rilanciato nel mare dai social dove solo pochissimi utenti hanno comprensibilmente lo strumento per poter analizzare in modo critico un qualsivoglia contenuto.
E torniamo a ribadire il concetto: il più grande nemico della sigaretta elettronica e, quindi, della lotta al fumo è e resta la disinformazione.
- Scritto da Arcangelo Bove