“I risultati di questo studio non solo confermano i risultati ottenuti dai colleghi, coprendo al contempo alcune limitazioni del lavoro originale ma i dati in nostro possesso ci permettono di delineare un profilo di sicurezza maggiore delle sigarette elettroniche rispetto al fumo di sigaretta, rendendo questi dispositivi ottimi strumenti da impiegare all’interno di percorsi che si basino sulle strategie di riduzione del danno”.
Così ha dichiarato, attraverso le pagine di Liaf Magazine, il canale informativo della Lega italiana antifumo, Rosalia Emma, prima autrice di ulteriore studio targato Coehar.
Un nuovo step di approfondimento che si pone come l’atto terzo del progetto Replica, uno dei canali di “indagine” attraverso il quale si sta muovendo il prestigioso riferimento scientifico creato e guidato dal professore Riccardo Polosa.
In particolare, in questa fase, gli scienziati siciliani si sono concentrati su alcuni tra i più noti studi internazionali – vale a dire lo studio di Rudd e colleghi del 2020 – incentrati sulla valutazione del potenziale tossicologico dei prodotti privi di combustione paragonato a quello delle sigarette convenzionali.
APPROFONDIMENTO COEHAR
Lo studio di Replica – spiegano da Liaf Magazine – ha quindi confermato non solo gli alti profili di citotossicità, mutagenicità e genotossicità del fumo di sigaretta e dei suoi componenti, ma, allo stesso tempo, effetti citotossicci e genotossici bassi o addirittura assenti nel vapore delle sigarette elettroniche, confermando l’idea che l’aerosol delle sigarette elettroniche sia più sicuro e meno dannoso del fumo di sigaretta convenzionale e supportando, dunque, le strategie di riduzione del danno che prevedono l’utilizzo di questi prodotti per aiutare i fumatori a smettere.
Con “Cytotoxicity, Mutagenicity and Genotoxicity of Electronic Cigarettes Emission Aerosols Compared to Cigarette Smoke: the REPLICA project”, quindi, non solo hanno trovato conferma le conclusioni della ricerca originale, evidenziandosi conseguenze nulle o lieve citotossiche, mutagene e genotossiche, “ma coprendo anche i gap metodologici e le limitazioni dello studio originale, dovute a sistemi di esposizione in vitro all’aerosol e al fumo di sigaretta non capaci di riprodurre le condizioni di esposizione in vivo, usate dagli autori dello studio originale”.
- Scritto da Italo Di Dio