Le tasse sulle sigarette elettroniche restano immutate.
Vale a dire non si assisterà ad ulteriori aumenti rispetto alla condizione attuale.
Un euro e sessanta centesimi (circa) ed un euro e dieci centesimi (circa) – rispettivamente – per i liquidi con nicotina e per quelli senza nicotina (sempre in rapporto ad un quantitativo di 10 ml).
Questo l’effetto di quanto approvato in sede di Consiglio dei Ministri in seno all’approvazione del Bilancio di Stato.
Si tratta di un qualcosa ancora di provvisorio, sia chiaro, di non ancora definitivo ed esecutivo dal momento che la proposta formulata dal Governo dovrà essere prima vagliata dall’Europa e, quindi, dovrà approdare in Parlamento per la definitiva approvazione.
Solo allora la tassazione diventerà ufficiale – se ne parlerà a ridosso del Natale – e sarà recepita da apposito direttoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
In ogni caso, salvo clamorosi stravolgimenti, la norma arriverà a destinazione finale, in questa forma, senza problemi.
Stroncata, quindi, la riforma che era stata pensata dal Governo Conte nel Dicembre del 2020.
Almeno per due terzi di essa.
Non si tornerà, infatti, all’assetto fiscale “pre- Conte” che era vigore nell’anno 2020 (1 euro con nicotina e 50 centesimi senza nicotina) ma ci si fermerà al primo livello di aumenti, fissato al Dicembre 2020, che era entrato in vigore il 1 Gennaio 2021 (ovvero 1,60 euro ed 1 euro e 10).
Un aumento che era stato reale per i primi sette mesi dell’anno dal momento che, a fare data dal 1 Agosto 2021 e fino al 31 Dicembre 2021, gli effetti di quella stangatina erano stati sospesi da un emendamento della Lega.
RESTA TUTTO IMMUTATO
Il 1 Gennaio 2022, poi, si era però riazionata la scaletta degli aumenti di Conte con il secondo step di oltre 2 euro per i liquidi con nicotina e di oltre 1,50 per quelli che ne sono privi.
Ma anche questo secondo gradino di rincari era stato messo in stand by dal Milleproroghe – con riguardo al periodo 1 Aprile 2022-31 Dicembre 2022 – riportando la tassazione ai livelli 2021 (come detto 1,60 euro ed 1,10 euro).
E così resterà.
Il testo del CdM dice chiaramente che al comma 1 bis dell’articolo 62 quater Decreto legislativo 26 Ottobre 1995, numero 504, le parole “al venticinque per cento e al venti per cento dal 1 Gennaio 2023”, sono sostituite dalle seguenti “al 15 per cento e al 10 per cento dal 1° Gennaio 2023” (quello che vi sottolineamo in rosso).
Non ci sono dubbi interpretativi, la legge è chiara nella sua lettera.
Non si aumenta ulteriormente, come già anticipato dalla nostra testata il 22 Novembre, ma neppure si tornerà al periodo pre-Conte.
Ci dobbiamo accontentare del regime fiscale 2021, ovvero il primo gradino degli step di rincari del duo Gualtieri-Conte.
Ma almeno ci siamo risparmiati la doppia batosta 2022-2023.
- Scritto da Arcangelo Bove