Aumenti per le sigarette.
E, probabilmente, anche per quel che riguarda il discorso della cannabis.
Sono queste le novità che emergerebbero dal Consiglio dei Ministri sviluppatosi fino alle 24 di ieri in fatto di approvazione del Bilancio di previsione dello Stato.
Aumenti ulteriori, rispetto a quelli già previsti, sembra non ve ne siano per la
sigaretta elettronica che, però, ha già programmato, effetto della legge di Bilancio approvata a fine 2020, il suo ulteriore rincaro a partire dal 1 Gennaio 2023.
Per dirla breve, non vi sarebbero – condizionale d’obbligo – aumenti su aumenti.
Quanto alle bionde, invece, come già circolava voce da qualche giorno, arriva il plus.
Le sigarette costeranno di più – non si ancora in che misura.
Un tesoretto di maggiori entrate, quelle connesse alle accise, che dovrebbe portare nella borsa del Governo circa 138 milioni di euro da spendere in altri settori.
Fondamentalmente, quindi, non si tratta di una vera e propria strategia anti-fumo bensì della ricerca di ossigeno da reinvestire – in particolare – a sostegno delle famiglie falcidiate dalle batoste energetiche.
LA CANNABIS LEGALE
Anche la cannabis legale (la cosiddetta light, venduta in circa mille punti) pare essere stata risucchiata nel vortice della stangatina: si tratterebbe di una percentuale balzata dal 5 al 15.
Questo è quanto partorito da Palazzo Chigi sebbene, ora, si debba incardinare tutto il percorso presso le Camere.
La partita si sposta, nel dettaglio, presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
E’ qui che, in effetti, si svilupperà il grosso della discussione dal momento che, solitamente, il documento nella forma in cui esce dalla Commissione così transita indenne presso le due Aule.
Centrale il valzer degli emendamenti che arriveranno nel tentativo di modifica della impalcatura sfornata da Palazzo Chigi.
Un viaggio appena avviato con, in ogni caso, l’iter che si concluderà a ridosso del Natale.
- Scritto da Arcangelo Bove