Il tabacco riscaldato è certamente molto meno dannoso del fumo.
Ma la sigaretta elettronica è ancora meno dannosa del tabacco riscaldato.
Con la e-cig, quindi, che si conferma come lo strumento di smoking cessation a minore impatto sulla salute dell’uomo.
Ad approdare a queste conclusioni, certamente non nuove agli addetti ai lavori, è stato uno studio posto in essere dall’Istituto francese sul cancro e dall’Istituto francese di ricerca sulla salute pubblica.
L’approfondimento ha voluto porre a confronto la composizione chimica e gli effetti tossicologici dei prodotti del tabacco riscaldato, del vapore di sigaretta elettronica e del fumo delle sigarette tradizionali.
Come fatto presente dai relatori, da un punto di vista metodologico, sono stati utilizzati nella ricerca un prototipo Iqos ed un modello di sigaretta elettronica “Lounge” dotato di una bobina da 2,6 Ohm utilizzata ad una potenza di 4,6 W.
Per eseguire l’esperimento, ancora, ci si è serviti della stessa macchina per l’affumicatura (Vitrocell® VC1) per le diverse tipologie di prodotti.
Facendo sì che essa producesse una boccata di 55 ml della durata di 2 secondi – con cadenza di una ogni 30 secondi.
Una modalità che consente di fumare completamente una sigaretta in 10 boccate e di terminare uno stick Iqos in 12 inalazioni.
LE CONCLUSIONI
Ebbene, l’approfondimento – come viene dettagliatamente spiegato da vapingpost – si è incentrato sulla ricerca dei composti carbonilici e degli idrocarburi policiclici aromatici, gruppi di molecole che fanno parte dei principali composti rilasciati durante la combustione del tabacco e che contribuiscono “in modo importante”, come hanno spiegato gli autori, agli effetti cancerogeni del fumo di tabacco.
Quanto agli esiti dell’attività, quindici composti sono stati quantificati a livelli tra 2 e 15 volte superiori nel fumo di sigaretta rispetto agli aerosol del “riscaldato”: unico composto rilevato ad un livello più alto nelle emissioni di Htp rispetto al fumo di tabacco è stato l’esanale.
La benzaldeide, ancora, è stata generata in quantità quasi equivalenti.
Tutti i composti in questione, invece, sono stati osservati in quantità molto inferiori nel vapore rispetto al riscaldato.
“Nel complesso – hanno concluso i ricercatori – i nostri dati dimostrano che alle normali temperature di vaporizzazione, i livelli di carbonile nelle emissioni delle sigarette elettroniche rappresentano solo una piccola frazione dei livelli inalati dai consumatori di prodotti del tabacco”.
- Scritto da Italo Di Dio