“Quello dell’Inghilterra è un modello da seguire per dare risposte concrete al problema del fumo”.
Così Nancy Loucas, Presidente della Caphra – Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates.
L’esperta ha così commentato gli ultimi dati diffusi da Action on Smoking and Health (ASH) del Regno Unito che certificano una generale flessione del fenomeno-fumo, tra la popolazione adulta inglese, grazie all’uso della e-cig.
I dati sono, in effetti, alquanto eloquenti: l’incidenza dei fumatori rispetto alla popolazione generale è passata in Inghilterra dal 20% del 2011 al 14% del 2019.
Ed il trend continua ad essere in discesa, sebbene non nella misura che auspicava il Governo di casa.
Che, comunque, continua ad insistere fortemente sulla soluzione del vaping quale pilastro delle politiche di contrasto al tabagismo.
LA NUMERO UNO DELLA CAPHRA
“Come si dice – prosegue la numero uno della Caphra – nel mondo della Tobacco Harm Reduction, i consumatori rappresentano la prova.
Questi risultati dal Regno Unito sono sbalorditivi e francamente rappresentano una forte motivazione per gli altri Paesi a seguire l’esempio”.
Ma vi è anche un altro dato importante ed è quello relativo al profilo degli svapatori
“Oltre il 90% dei vapers del Regno Unito sono ex fumatori o fumatori attuali.
Poco più dell’otto per cento non ha mai fumato.
Ciò significa – spiega opportunamente la Loucas – che quasi tutti coloro che svapano lo fanno per smettere di fumare o per ridurre il fumo.
Questa è una prova significativa che lo svapo funziona”.
“L’Asia del Pacifico – insiste – sta vedendo, Paese dopo Paese, legalizzare e regolamentare lo svapo, perché i divieti di svapo semplicemente non funzionano.
Il Regno Unito, insieme a realtà come la Nuova Zelanda, hanno adottato un approccio THR progressivo per eliminare il fumo e i dati dimostrano il loro successo”.
- Scritto da Arcangelo Bove