Lo sapevano tutti.
Lo capivano tutti.
Tranne loro (e qualcun altro).
Il “Vape ban” in India è stato un disastro, un fallimento.
A distanza di quasi tre anni dalla stretta legislativa venuta sulle sigarette elettroniche – la cui vendita ed il cui consumo sono ormai vietati – si continuano a registrare cifre drammatiche per quel che riguarda il numero dei tabagisti e la diffusione del fenomeno del contrabbando di prodotti del vaping.
Era il 2019, si ricorda, quando lo Stato indiano ebbe l’intuizione catastrofica di proibire le e-cig come “arma” per contrastare il tabagismo (non prevedendo restrizioni, invece, sul consumo del tabacco…).
Parliamo di una realtà già gravata da carenze mostruose nell’ambito dell’assistenza sanitaria, le condizioni socioeconomiche; Una realtà dove già si registrava un qualcosina come 1,3 milione di morti all’anno fumo-correlate.
Ebbene, secondo gli strateghi del Governo di Nuova Dehli, la risposta alla problematica era da rinvenire in un ban sullo svapo (sic).
Che poi questa fosse una reale convinzione o un pretesto, non sta noi dirlo.
Ciò che sappiamo è che l’Oms (ahinoi) ha addirittura elogiato ufficialmente l’India per queste scelte.
I FUMATORI SONO OLTRE 125 MILIONI
Intanto gli indiani continuano a morire a causa del fumo, il numero dei fumatori è addirittura aumentato (la stima è di circa 125 milioni di tabagisti) e dilaga il mercato nero degli e-liquid.
Lo prova l’ultimo sequestro effettuato dalle Forze dell’Ordine che hanno posto in essere, il 4 Settembre ed il 16 Settembre, due distinti sequestri, tra dispositivi hardware e liquidi, per un controvalore di circa 8,5 milioni di dollari.
Un pericolo altissimo per la salute pubblica: i liquidi clandestini, infatti, vengono messi insieme in laboratori-bettole in totale mancanza di norme igieniche e dei pur minimi parametri di sicurezza.
Bombe pronte a detonare con effetti drammatici sulla pubblica salute.
Si attende, forse, che scoppi un nuovo caso Evali, in salsa indiana, per gettare nuove colpe sulla sigaretta elettronica?
- Scritto da Arcangelo Bove