“Serve fare di più per aumentare la consapevolezza sulle strategie di riduzione del danno, serve creare maggiori opportunità per la formazione degli esperti di politica sanitaria, delle autorità di regolamentazione e del pubblico.
E poi occorre sostenere la ricerca in questo settore perché serve eliminare ogni dubbio sull’efficacia dei dispositivi alternativi portando dati basati sull’evidenza scientifica”.
Sono le parole di Ignatios Ikonomidis, docente di Cardiologia presso l’Università di Atene.
Il professore ellenico ha relazionato, tra gli altri, nel contesto del summit tenutosi nella capitale greca per l’occasione data dal quinto summit scientifico dal titolo “Tobacco harm reduction: novel products, research & policy”.
Un momento promosso da Scohre, gruppo internazionale che, composto da scienziati ed esperti vari, promuove il tema della riduzione del danno da fumo.
“Smettere di fumare – ha proseguito il medesimo, come rilancia il portale Yahoo – rimane il miglior e più efficace intervento e dobbiamo continuare il duro lavoro di sensibilizzazione sugli effetti negativi del fumo su ogni fumatore e cittadino.
Tuttavia, quando accade che si fallisce ripetutamente nell’abbandonare le sigarette, dovrebbe esserci l’opzione di poter scegliere dispositivi meno dannosi, che comportano dei benefici per tanti fumatori”.
IL DOCENTE DELLA SAPIENZA TRA I RELATORI CON IKOMOMIDIS
Sottolineato da Ikomomidis come “dopo il passaggio alle e-cig si registri un miglioramento delle funzioni vascolari e dello stress ossidativo”, il medesimo ha ricordato come l’eliminazione del fumo equivarrebbe a cancellare il 90% dei tumori polmonari.
“Sulla base delle conoscenze scientifiche – ha concluso – le e-cig sono il 95% meno dannose del fumo, anche se questo non significa che sono del tutto sicure.
Gli esperti, gli operatori sanitari che aiutano i fumatori nel percorso per uscirne, dovrebbero supportarli anche nella scelta di dispositivi alternativi a rischio ridotto“.
Al tavolo di Atene anche l’italiano Giuseppe Biondi Zoccai della Sapienza di Roma che ha rimarcato come “una sfida che il sistema italiano dovrebbe porsi è agevolare il libero accesso dei pazienti che vogliono smettere a questi dispositivi alternativi alla sigaretta”.
Al contrario, “paradossalmente non ci importa dei pazienti quando hanno lasciato l’ospedale.
L’impegno nello smettere con il fumo richiede un follow-up intensivo.
I dispositivi a rischio modificato sono utili in quanto possono essere forniti a qualsiasi paziente, non richiedono una prescrizione”.
- Scritto da Arcangelo Bove