Tutto per colpa di una sigaretta.
Una lunga trafila giudiziaria, a quanto pare oggi risoltasi.
Per colpa – come detto – di una “bionda” di troppo.
Il caso è quello relativo ad un operaio che si era visto licenziare dalla sua azienda perchè pizzicato, appunto, a concedersi una sigaretta sul posto di lavoro.
Dopo un percorso giudiziario comunque lungo, tuttavia, l’uomo è stato reintegrato come da disposizione della competente Magistratura del Lavoro.
I fatti ebbero origine l’8 Luglio 2021 allorquando la persona in questione si era accesa una bionda nell’area cargo a Malpensa dove la medesima è dipendente di una azienda che si occupa di logistica.
E’ da specificare, tuttavia, come l’uomo si trovava nell’area di lavoro – nella cosiddetta Air side – ma non aveva ancora iniziato la sua giornata lavorativa dal momento che era in attesa di disposizioni, ad inizio turno, da parte dei suoi superiori.
“GRAVE VIOLAZIONE DELLE BASILARI REGOLE DI SICUREZZA”
Tuttavia, dopo circa un mese, l’arrivo a casa di una missiva con la quale si dava notizia dell’avvenuto licenziamento non perchè vi fosse stata un’indebita interruzione durante l’orario lavorativo ma perchè, con il suo atto di fumare in una zona considerata a rischio, il dipendente avrebbe messo a repentaglio la sicurezza collettiva – in particolare integrando “una grave violazione delle basilari regole di sicurezza” – tradendo, pertanto, il patto di fiducia e di responsabilità con l’azienda.
Da quel momento era iniziata una vera e propria battaglia giudiziaria con l’uomo che, nel suo percorso, è stato accompagnato e sostenuto dal Sindacato Cub Trasporti.
Alla fine, come reso noto dalla medesima Sigla, la pronuncia del Giudice del Lavoro del Tribunale di Busto Arstizio che ha reintegrato in servizio la persona in questione anche sostenendo come, in quel sito, la condotta del fumare fosse generalizzata – anche da parte di superiori – e come in quel punto non insistesse un cartello indicante il divieto di fumo o materiale infiammabile.
- Scritto da Arcangelo Bove