In un contesto socio-sanitario in cui il tabagismo provoca più di 8 milioni di morti l’anno in tutto il mondo, sorge spontaneo domandarsi come attivarsi per limitare i danni.
Nell’ultima decade, le sigarette elettroniche si sono presentate come alternativa ai prodotti a base di tabacco.
Lo scorso giugno è stata presentata da parte della Commissione Europea una proposta per vietare la vendita di prodotti a base di tabacco aromatizzato.
L’obiettivo sarebbe quello di portare sotto il 5%, entro il 2040, la quota di popolazione che usa tabacco, dando vita alla cosiddetta Tobacco Free Generation.
Per inquadrare meglio la situazione, è importante dunque sottolineare che il divieto riguarderebbe solo i prodotti di tabacco riscaldato e non include sigarette elettroniche o altri prodotti di svapo, che anzi possono rappresentare un’alternativa valida per i fumatori adulti nel tentativo di ridurre i danni del fumo.
Dopo circa quindici anni di popolarità dei device per il fumo, sono finalmente arrivate delle ricerche sugli effetti a lungo termine dei prodotti alternativi alle classiche sigarette, e i risultati sono sicuramente interessanti.
Un’approfondita ricerca finanziata dal National Cancer Institute ed effettuata presso l’Istituto Pasteur di Lille, ha infatti confermato ciò che si pensava.
Su una scala di dannosità da 1 a 100, le classiche sigarette raggiungono un 100 pieno.
I riscaldatori di tabacco si posizionano su un 23, grazie a una riduzione delle emissioni di carbonile pari al 77% rispetto alle classiche sigarette.
Le sigarette elettroniche, al contrario, si stabilizzano sul gradino più basso della scala, con una riduzione delle emissioni di carbonile compresa tra il 93% del vecchio modello e un notevole 99,2% della box mod più recente.
Il vantaggio delle e-cig risiede proprio nella mancanza di combustione, donando a chi aspira una sensazione simile alla sigaretta ma evitando il rilascio di sostanze cancerogene e dannose ad essa associate.
In termini pratici: mentre con i riscaldatori di tabacco i pericoli per la salute si riducono a meno di un quarto rispetto alle sigarette, con le e-cigarettes il danno si riduce a un centesimo.
L’ESEMPIO DI FRANCIA, REGNO UNITO E BELGIO
Le sigarette elettroniche, dunque, si confermano una scelta meno dannosa.
Lo sottolinea anche il sito dell’AIRC, che indica i dispositivi di svapo elettronici come un metodo per frenare la dipendenza da sigaretta tradizionale perché permettono appunto di evitare il catrame e le numerose componenti tossiche.
Recentemente, Paesi come Francia, Regno Unito e Belgio hanno riconosciuto che lo svapo è meno dannoso del fumo tradizionale, incoraggiando i fumatori adulti a passare alla sigaretta elettronica.
É indubbio che le e-cigs rappresentino una valida alternativa per i fumatori adulti. Le politiche di controllo del fumo vanno sostenute, ma ciò non implica necessariamente un contemporaneo contrasto all’uso di dispositivi vape che anzi possono rappresentare un valido alleato in questo processo.
Sia istituti di ricerca che mondo scientifico si stanno mobilitando per regolamentare un settore, come quello delle sigarette elettroniche, che può rappresentare un forte sostegno per i fumatori adulti che cercano un’alternativa alle sigarette.
Auspichiamo dunque che questi siano solo i primi passi verso una risposta unitaria e compatta dal punto di vista scientifico ed istituzionale per aprire la strada a nuove ricerche ed innovazioni nel settore delle e-cig.
Francesco D’Amelia, Senior Sales and Marketing Manager Italia di RELX International
- Scritto da Italo Di Dio