Un motivo in più per smettere di fumare.
Un motivo molto importante.
E’ quanto sviscerato in occasione di “Cervello sotto attacco”, convegno organizzato da “Mohre X Neuromed”.
Un appuntamento promosso per riflettere ulteriormente delle conseguenze che il fumo in gravidanza può determinare in capo al nascituro.
Aggiungendosi agli effetti negativi già noti anche ripercussioni in termini di minore quoziente intellettivo.
“L’esposizione intrauterina al fumo determina una lunghissima serie di rischi: parto pretermine, basso peso alla nascita, rischi allo sviluppo dei polmoni, del sistema cardiovascolare e anche del cervello, con conseguenze che perdurano a lungo termine, sino alla vita adulta, come obesità, ipertensione, diabete di tipo 2, problemi comportamentali e malattie cardiache”.
Così, come batte Adnkronos, fanno presente i relatori.
“Le donne fumano troppo – osserva, in particolare, Fabio Beatrice, Direttore scientifico del convegno, sempre come rilanciato dall’Agenzia di stampa nazionale – Il 34,7% delle italiane accende tre o più sigarette al giorno, il 9,7% “non tutti i giorni, a volte” o “una-due sigarette al giorno”.
Dieci donne su 100 accendono almeno 16 sigarette al giorno, una fumatrice su tre fuma da almeno vent’anni”.
Ed ancora.
“Dobbiamo pensare a strategie diverse per aiutare le donne, che sviluppano il tumore del polmone quasi quanto gli uomini, e i loro bambini.
Ad esempio sfruttando un momento in cui sono più sensibili, la gravidanza che rappresenta una finestra di ricevibilità delle proposte, ma con programmi a medio termine e follow-up di almeno 2-5 anni, quel range di tempo in cui più spesso avvengono le ricadute”.
“Il fumo passivo e quello di ‘terza mano’, per contatto con le superfici intrise di aerosol combusto – insistono ancora gli esperti – non fa bene ai più piccoli: aumenta di ben sei volte la probabilità di morti improvvise in culla nei primi mesi di vita, eleva il rischio di asma allergico nei maschi, a cui si aggiungono otiti e bronchiti recidivanti, aumenta di almeno cinque volte il rischio che il figlio stesso diventi un fumatore rispetto ai figlio delle non fumatrici.
Rischio che sale a otto volte di più se a fumare sono entrambi i genitori”.
CONVEGNO MOHRE-NEUROMED
“Anche una sola sigaretta al giorno fumata dalla madre – sottolineano ancora da Mohre e Neuromed – raddoppia il rischio di morte improvvisa (Sid, Suddenly infant death), che aumenta proporzionalmente al numero di sigarette fumate.
Lo ha rivelato” uno studio su “Pediatrics”, che ha aggiunto come da una a 20 sigarette al giorno la probabilità di Sid aumenti in modo lineare, con ogni sigaretta fumata in più al giorno che aumentava le probabilità di 0,07.
E’ stato stimato che il 22% delle Sid negli Stati Uniti possa essere direttamente attribuita al fumo materno durante la gravidanza e che interventi per aiutare le donne a smettere siano strumenti di riduzione del rischio di vita per il bambino”.
Ancora, i relatori del convegno segnalano “i risultati di una meta-analisi su 25 studi che hanno messo in relazione sul fumo materno durante la gravidanza e sul quoziente di intelligenza (Qi) nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’età adulta.
La stima complessiva ha mostrato che i soggetti che erano stati esposti al fumo materno durante la gravidanza presentavano punteggi Qi più bassi, rispetto a quelli non esposti al fumo materno in tutte le fasce di età”.
- Scritto da Arcangelo Bove