L’esempio delle famiglie si conferma essere estremamente centrale negli stili di vita dei figli.
Nel bene e nel male.
Lo confermano le conclusioni di una campagna, sulle abitudini tabagiste, intitolata “Better Health Smoke Free”.
L’approfondimento, che ha preso in esame un significativo campione di adolescenti inglesi, ha potuto prendere atto di come nelle famiglie in cui almeno uno dei genitori era fumatore si registrava una probabilità fino a quattro volte di avere un figlio, a sua volta, fumatore.
Ed una probabilità doppia che il figlio stesso potesse aver provato, almeno una volta, l’ebrezza di una bionda.
Il discorso del fumo quale problema intergenerazionale ad essere oggetto, quindi, di particolare attenzione nel dibattito inglese.
Con le Istituzioni che hanno compreso come lo status di tabagista del cosiddetto caregiver possa rappresentare un fattore di rischio di avere un figlio fumatore.
IL CATTIVO MODELLO
Ora o domani.
Ed intuendo che, proprio in quel contesto, va condotta una prima forma di disincentivo al fumo.
“Sappiamo che molte persone vanno a porre in essere tentativi di smettere di fumare – così è emerso dalle conclusioni dell’analisi – E, sebbene ci siano così tanti buoni motivi per smettere di fumare per se stessi, speriamo che questa nuova campagna – che va a mettere in evidenza il legame stretto, dal punto di vista intergenerazionale, che si stabilisce lungo la falsariga del fumo – potrà rappresentare la motivazione aggiuntiva di cui molti hanno bisogno per abbandonare definitivamente le sigarette”.
Un pò per dire: se proprio non si vuole smettere di fumare per se stessi, lo si deve fare, quanto meno, per la propria prole.
Al di la di tutte le problematiche che il fumo passivo, da subito, può causare sui figlioli, infatti, resta il cattivo modello – appunto – che viene impresso nelle future generazioni e che, stando alle statistiche disponibili, risulta essere alquanto significativo.
- Scritto da Italo Di Dio