Contrabbando sigarette, sei arresti nel Casertano

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Ancora massima attenzione da parte delle Forze dell’Ordine nazionali rispetto al contrasto del fenomeno del contrabbando di sigarette.
Sono ben sei, al riguardo, gli arresti posti in essere dalle Fiamme Gialle di Caserta che hanno stroncato un traffico che si avvaleva del supporto anche di stranieri.
Nell’ambito della quotidiana attività di prevenzione generale e di controllo economico del territorio – si coglie dalla nota divulgata alla stampa – il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha intensificato nelle ultime settimane i servizi finalizzati al contrasto dei traffici illeciti, specie con riferimento al fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati esterni.
In tale contesto, i militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria, a seguito di pregressa attività info-investigativa ed analisi dei dati raccolti, hanno rilevato alcuni soggetti di nazionalità estera, quali possibili intermediari nella compravendita di un ingente carico di tabacchi lavorati esteri che si sarebbe dovuta perfezionare nei giorni successivi.

INTERCETTATE 5,5 TONNELLATE DI BIONDE

I mirati riscontri e approfondimenti sul territorio consentivano, così, di individuare e sottoporre a controllo un automezzo, sul quale erano abilmente occultate, dietro un carico di copertura, numero 540 casse di sigarette recanti marca “Regina” e “Winston” e prive del contrassegno di stato, per un peso complessivo di circa 5,5 tonnellate, pronte per essere vendute sul mercato clandestino campano per un controvalore di oltre 1,5 milioni di euro.
Tutti i sei responsabili dell’illecito traffico, di cui due cittadini croati e uno bosniaco, sono stati sottoposti ad arresto in flagranza di reato e messi a disposizione della competente Autorità giudiziaria, che ha disposto il rinvio a giudizio per direttissima davanti al Tribunale di Nola.
In data 14 luglio, inoltre, due dei soggetti arrestati, considerata anche la recidiva, sono stati condannati alla pena di tre anni e quattro mesi di reclusione e a 30.000 euro di multa, nonché all’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni.

- Scritto da Arcangelo Bove