La lotta per il riconoscimento dei diritti degli svapatori non ha bandiera.
Come non hanno bandiera le ragioni di tutela della salute.
Dal Portogallo, realtà molto schiacciata dagli interessi del tabacco e tra le più penalizzate in ambito continentale, la nuova iniziativa intrapresa dall’associazione Aporvap, realtà partner del più ampio cartello internazionale della World Vaper’s Alliance.
Gli attivisti, in particolare, hanno avuto la possibilità di riferire presso la Commissione Bilancio e Finanze del Parlamento portoghese rappresentando le perplessità connesse all’attuale situazione.
LE TASSE PIU’ ALTE IN EUROPA
Ora come ora, infatti, i lusitani hanno una tassa gravante sullo svapo che è tre le più alte a livello di Unione europea: con 0,32 centesimi per millilitro, infatti, la stessa è nella misura del 257% più alta rispetto alla media europea (0,09/ml).
Uno stato di cose che si riflette anche nel numero molto esiguo degli store di settore attivi sul territorio nazionale.
Basti pensare come nel 2017 i punti vendita di sigarette elettroniche fossero in numero di 150 e, oggi, a distanza di cinque anni, gli stessi siano scesi a meno di 100.
In più, a penalizzare le ragioni del vaping, il costo esiguo dei pacchetti di sigarette che, di fatto, rende – economicamente parlando – più vantaggioso fumare che non svapare.
LE PAROLE DI CRISTIANO BATISTA
“Stiamo ancora una volta cercando di sensibilizzare la Commissione e i deputati rispetto all’enorme evidenza scientifica dell’efficacia delle e-cig nel ridurre i danni complessivi alla salute – così Cristiano Batista, Presidente del Consiglio di Aporvap – Paesi come Inghilterra e Francia stimano una riduzione dei danni compresa tra il 95% e il 99% circa, il che, ovviamente, li ha portati ad adeguare la propria legislazione e a raccomandare tali dispositivi per smettere di fumare e tutelare gli attuali fumatori”.
Nella relazione al Parlamento, Aporvap ha auspicato che venga assunta una corretta interpretazione dello svapo quale strumento di riduzione del danno per i fumatori attuali, sostenendo un adeguamento fiscale che rifletta e sia proporzionato al minore impatto di questi prodotti sulla salute dell’uomo.
- Scritto da Italo Di Dio