L’ultimo ceffone tirato in faccia al settore della sigaretta elettronica è di quelli brucianti.
Non bastassero gli aumenti a scalare fissati dall’allora Governo Conte, una nuova tassa, una nuova super tassa si abbatte sui produttori.
L’ha varata il Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze con un decreto risalente al 7 Marzo di quest’anno ma solo da poche ore pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Un vero e proprio blitz cascato in modo improvviso, brusco, senza minimo preavviso sul mondo della sigaretta elettronica.
293 EURO PER OGNI NUOVO PRODOTTO NOTIFICATO
Ebbene, in base alla nuova previsione, nel momento in cui si andranno a porre in essere “nuove notifiche di sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica” si dovrà corrispondere una tantum una tassa di euro 327,85; in caso di “aggiornamenti o correzioni delle notifiche di sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica”, invece, la tassa sarà pari a 108,03.
Sempre una tantum.
Una specie di tassa di ingresso, per dirla breve, che dovrà essere corrisposta per ogni nuovo e-liquid o dispositivo immesso sul mercato.
Oltre a quanto detto, prevista anche una doppia tassa, da corrispondere su base annuale, entrambe da 293 euro.
Una “per la gestione degli studi a disposizione dei fabbricanti ed importatori sulle ricerche di mercato e sulle preferenze dei vari gruppi di consumatori, compresi i giovani e gli attuali fumatori, riguardo gli ingredienti e le emissioni, nonché sintesi di eventuali indagini di mercato da essi svolte per lanciare i prodotti (articolo 6 comma 7)” e l’altra “per la gestione dei dati sul volume delle vendite, delle informazioni sulle preferenze dei vari gruppi di consumatori, del modo di vendita dei prodotti, nonché delle sintesi di eventuali indagini di mercato (articolo 21 comma 13)”.
SI DEVONO PAGARE ANCHE GLI “ARRETRATI” DEI PRODOTTI NOTIFICATI NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI E MEZZO
Ma non è tutto.
Per la serie al peggio non c’è mai fine, il decreto prevede anche che si debba pagare per tutti i prodotti notificati negli ultimi cinque anni e mezzo “Per le notifiche relative agli articoli 6 e 21 del decreto legislativo 12 gennaio 2016, n. 6, presentate dal 20 novembre 2016, le tariffe di cui allegato 1 devono essere versate entro sessanta
giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto – è spiegato – In caso di mancato versamento delle tariffe, di cui al comma 3, entro il termine previsto si procede alla riscossione coattiva delle somme dovute ai sensi del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46″.
Ebbene si, se non si pagano gli “arretrati” entro 60 giorni, si procederà alla riscossione di forza, coattiva.
Più di qualche azienda, vale a dire, dovrà sborsare qualche centinaia di migliaia di euro entro una manciata di settimane.
In pratica una sentenza di morte per tanti operatori.
POSSIBILE DIFETTO GIURIDICO: SARA’ BATTAGLIA NEI TRIBUNALI
E’ ovvio, però, che si profila battaglia.
Cosa faranno, infatti, i produttori? Accetteranno supinamente questo nuovo colpo basso?
Molto probabile che la risposta vivrà nelle stanze dei Tribunali e, in particolare, presso quelle del Tar del Lazio, sede giudiziaria amministrativa competente.
Al di la della inopportunità della scelta “politica”, vi sarebbe, infatti, nel decreto un difetto giuridico insito in quella parte di esso che, di fatto, dispone il balzello in modo retroattivo con decorrenza 2016.
Un decreto come quello in questione, infatti, per dottrina e giurisprudenza diffuse, è assimilabile a tutti gli effetti ad un atto amministrativo, nonostante la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
In quanto tale, essendo atto amministrativo, il medesimo non può che disporre se non per il futuro.
In realtà, alcuni provvedimenti – come quelli che eseguono le sentenze – possono avere effetti anche sul pregresso ma, come chiaro, non è questo il caso.
Si è al cospetto, con tutta evidenza, di un atto che – oltre ad essere, come detto, politicamente inappropriato ed ingiusto, per tutta una serie di valutazioni più volte fatte, può vacillare anche da un punto di vista “tecnico”.
La palla è già agli avvocati.
- Scritto da Italo Di Dio