“Le malattie legate al fumo uccidono, ogni anno, 5.000 neozelandesi.
La sigaretta elettronica, invece, non ha causato nel Paese un solo decesso”.
E’ questa la pura e semplice verità, è questa la sostanza di un intervento posto in essere da Nancy Loucas, Coordinatrice esecutiva della Caphra.
Il caso è quello della Nuova Zelanda dove l’Asthma and Respiratory Foundation sta sensibilizzando fortemente rispetto al non utilizzo dello svapo.
“L’Asthma and Respiratory Foundation – sottolinea Lucas – non farà altro che rimandare più minori a fumare e metterà a repentaglio l’ambizione di cogliere lo status di “smoking free” entro il 2025″.
AL CENTRO DEL DIBATTITO LO SVAPO GIOVANILE
“Spotlight on Vaping” lo spot, in particolare, lanciato da Asthma and Respiratory Foundation nel cui contesto si afferma come il Paese dell’Oceania stia vivendo “una intensa “epidemia” di svapo giovanile” sottolineandosi altresì come “oltre un quarto degli studenti svapi abitualmente”.
“Quello che questi numeri sensazionalistici non tengono in considerazione – denunciano dal Caphra – è che il 26% degli studenti che ha svapato nell’ultima settimana, in mancanza di sigarette elettroniche avrebbe fumato”.
In realtà, la situazione neozelandese, dal punto di vista del tabagismo, è tutt’altro che drammatica.
Meglio dirsi è in netto miglioramento.
Nel 2007 si aveva un tasso di fumatori pari al 18 percentuale, dato sceso 9,4 nel 2021.
Ciò vuol dire come nell’arco temporale interessato dalla diffusione della e-cig, non si sia avuto un aumento dei fumatori ma, piuttosto, un brusco calo e, precisamente, un dimezzamento.
SOLO IL 3% DEI FUMATORI NON HA MAI FUMATO
“Dal sondaggio è emerso come solo il 3% di coloro che svapano quotidianamente non abbia mai fumato”, ha osservato ancora la Loucas.
E’ una guerra anche di informazione.
Meglio dirsi, contro la disinformazione.
La Loucas ha, infatti, anche posto l’accento sulla grande rilevanza mediatica di cui hanno goduto i titoli dei giornali che urlavano di una “epidemia di svapo giovanile” in corso in Nuova Zelanda.
Decisamente minore rilievo, invece, hanno avuto le conclusioni cui sono approdati i ricercatori dell’Università di Auckland quando, nel 2020, avevano concluso come i risultati degli studi condotti non accertassero, invece, in alcun modo la notizia “di alcuna epidemia in corso”.
- Scritto da Italo Di Dio