Oms, politiche infruttuose sul fumo “Risultati migliori nei Paesi che hanno scelto il minor danno”

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Le strategie anti-fumo dell’Organizzazione mondiale della Sanità sono fallimentari.
E lo dimostrano i risultati (non) colti dai Paesi che ne hanno seguito le indicazioni.
Sono queste le considerazioni che emergono da un white paper di 59 pagine intitolato “Lavori di svapo. Best Practices internazionali: Regno Unito, Nuova Zelanda, Francia e Canada”, pubblicazione edita dalla Property Rights Alliance e curata da Christopher Snowdon (Institute of Economic Affairs, Regno Unito), Louis Houlbrooke (Unione dei contribuenti della Nuova Zelanda), Patrick Coquart (Iref, Francia) e Ian Irvine (Concordia University, Canada).

IL PENSIERO DI LOUCAS

L’approfondimento ha preso in esame i progressi della singole Nazioni scoprendo che quelle realtà che hanno intrapreso le strategie del minor danno, in chiave di smoking cessation, hanno riportato risultati decisamente migliori rispetto a quelli che, invece, ispirandosi alle linee Oms, tengono emarginata la pista delle alternative.
Un concetto che è stato espresso anche da Nancy Loucas, Coordinatrice della Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates.
“I Paesi che applicano politiche di riduzione progressiva dei danni da tabacco stanno registrando un calo significativo dei tassi di fumo – ha affermato la stessa – Mentre coloro che seguono la guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità continuano a sperimentare malattie e decessi legati al fumo eccessivo.
In definitiva, questo documento dimostra che le realtà che abbracciano lo svapo, come Francia, Regno Unito, Nuova Zelanda e Canada, hanno assistito a una diminuzione dei tassi di fumo due volte più veloce della media globale”.

LE PREVISIONI

Mera coincidenza? Improbabile.
Intanto l’Oms resta asserragliata sulle sue posizioni continuando ad affermare come la soluzione migliore per combattere il problema fumo sia quella che vive nell’abbinamento tra innalzamento dei costi dei pacchetti e limitazioni pubblicitarie.
Questo potrà bastare, secondo gli esperti, per mettere in discesa i consumi delle bionde.
I numeri dei fumatori, intanto, sono calati dagli 1,32 miliardi del 2015 agli 1,3 del 2020: la stima Oms è che si scenderà a 1,27 miliardi entro il 2025.
Secondo le previsioni della medesima Organizzazione, ancora, circa 60 Paesi riusciranno a cogliere l’obiettivo globale di ridurre il consumo di tabacco del 30 percentuale tra il 2010 e il 2025 rispetto ai 32 del 2019.

- Scritto da Italo Di Dio