Aumentare le tasse sulle sigarette elettroniche e sui relativi liquidi rappresenta un pericolo serio per le politiche di smoking cessation.
Un “mantra” che può essere ripetuto e applicato in ogni contesto del Pianeta dove si assiste a indirizzi nazionali alquanto “stringenti” sul vaping.
In tal senso intervento di Joe Magero, Chairman della Campaign for Safer Alternatives, associazione africana che perora la causa del minor danno da fumo.
Fari puntati sulla situazione del Kenya dove, in particolare, il Ministro del Tesoro Ukur Yatani ha reso nota l’intenzione di raddoppiare l’accisa ad oggi gravante sui sacchetti di nicotina e sui liquidi per sigarette elettroniche.
AUMENTI CHE FANNO RIMA CON REGRESSO
“Le tasse proibitive sulle alternative – ha fatto presente Magero – stanno mettendo queste opzioni più sicure fuori dalla portata di milioni di fumatori che cercano disperatamente di smettere.
Le nozioni non scientifiche di Yatani contraddicono le prove internazionali e minacciano di privare i fumatori kenioti della loro migliore possibilità di liberarsi da una abitudine che è potenzialmente mortale.
La ricerca internazionale – prosegue l’attivista – ha chiaramente dimostrato che i prodotti alternativi alla nicotina, come le e-cig e i sacchetti di nicotina, sono il 95% meno dannosi delle sigarette tradizionali che rilasciano sostanze tossiche pericolose attraverso la combustione del tabacco”.
“L’ipotesi di questo aumento è regressiva da svariati punti di vista – ancora il numero uno dell’associazione africana – Oltre a rendere inaccessibili alternative più sicure, la tassa invia un messaggio molto controproducente.
Ovvero che le alternative siano dannose quanto le sigarette tradizionali”.
“SVAPO NON E’ VIA D’ACCESSO AL FUMO”
Scelte del Governo kenyota che andrebbero palesemente contro le esigenze dei consumatori.
“Ci sono prove crescenti – afferma in merito Megero – che i kenioti desiderano utilizzare prodotti come sacchetti e sigarette elettroniche per ridurre la loro dipendenza dal tabacco.
Invece di porre ostacoli sulla loro strada, il Governo dovrebbe garantire che queste soluzioni scientificamente provate siano più accessibili e convenienti.
E non deve essere invocato il pretesto dello svapo che potrebbe fare da via d’accesso alle bionde: uno studio appena pubblicato dall’University College London sfata questo mito.
Mentre, infatti, i tassi di svapo sono aumentati nel tempo tra i giovani, la prevalenza del fumo stesso è diminuita e non c’era alcuna relazione significativa tra i due.
Questa è un’ulteriore prova del fatto che – chiude l’esponente – i responsabili delle strategie sanitarie keniote dovrebbero abbracciare le sigarette elettroniche e i sacchetti di nicotina per aiutare i fumatori adulti più ‘resistenti’ a smettere”.
- Scritto da Arcangelo Bove