Il Brasile potrebbe rimettere in carreggiata la sigaretta elettronica.
Ebbene si perchè, ora come ora, la e-cig, in terra carioca, non è consentita.
Nello Stato sudamericano, infatti, dove il vaping non è mai stato propagandato – per non dire che è stato palesemente osteggiato – è in vigore la legge 5087/2020 (non la prima delle norme brasiliane anti-svapo) che vieta “la produzione, l’importazione, la vendita e la pubblicità di sigarette elettroniche e di prodotti del riscaldato, nonché dei loro accessori e ricariche”.
VIETATA ANCHE L’IMPORTAZIONE
Una lettera della norma che è alquanto sottile se non subdola dal momento che l’uso della e-cig non è esplicitamente vietato ma sono vietati tutti quei canali per il relativo approvvigionamento quali, appunto, la produzione interna nonchè l’importazione – ivi incluso l’acquisto tramite i canali dell’on line dei dispositivi.
In buona sostanza è salvaguardata, secondo un disegno chiaramente mirato, solo l’esigenza del turista straniero che arriva con il dispositivo in valigia.
E che può tranquillamente svapare tra le spiagge di Copacabana ed il Carnevale di Rio.
L’effetto di tale atteggiamento repressivo a discapito della popolazione generale, si diceva, si è tradotto in modo estremamente chiaro e impattante sui consumi.
NEL 2019 APPENA L’1% DELLA POPOLAZIONE HA UTILIZZATO E-CIG
Nel 2019, si stima, meno dell’1% dei brasiliani ha utilizzato sigarette elettroniche.
Di pari passo, volano i numeri dei fumatori con età di inizializzazione sempre più bassa.
Ebbene, a distanza di tredici anni dai primi divieti – furono posti nel 2009 – pare di potersi assistere a un ravvedimento e all’ipotesi di una norma che possa andare a riaprire alla commercializzazione della sigaretta elettronica.
Tutto ancora in itinere, in ogni caso, sebbene non manchino forte resistenze.
Come quella che viene manifestata da Monica Andreis, Direttore esecutivo di ACT Promocao da Saude, organizzazione non governativa che si occupa di politiche di controllo del tabacco.
“Considerando che questi prodotti attraggono i giovani – fanno presente – e che non possiamo affermare che funzionino davvero per la cessazione del tabacco, riteniamo che dobbiamo dare la priorità alle politiche pubbliche per prevenire l’iniziazione al fumo e anche per promuovere la salute della popolazione brasiliana”.
Si attendono nuove.
- Scritto da Italo Di Dio