Nonostante tutto, nonostante le ricerche che le danno addosso, nonostante gli interessi che remano forte contro.
Nonostante ciò, la sigaretta elettronica resiste e parte in contropiede.
A livello globale, infatti, nell’arco di appena un anno, si è avuto un aumento nel numero degli utilizzatori della e-cig nella misura del 20 percentuale arrivandosi, come da stime, a circa 82 milioni di unità.
Dal 2020 al 2021, vale a dire, si è assistito ad un decollo che è praticamente verticale.
A rivelarlo l’indagine Eurobarometro del 2021 che si basa sulle cifre desunte da 49 Paesi.
“Come mostrano questi dati aggiornati, i consumatori trovano attraenti i prodotti per lo svapo e stanno passando a usarli in modi e quantità crescenti in tutto il mondo”.
PIU’ FORTI DELLE POLITICHE PROIBITIVE
Così Gerry Stimson, direttore del KAC e Professore emerito all’Imperial College di Londra.
“Questo – ha proseguito lo stesso – nonostante le politiche proibitive che sono in essere in molti Paesi che seguono la posizione antiscientifica dell’Organizzazione mondiale della Sanità, chiaramente schierata contro la riduzione del danno da tabacco, grazie ai miliardi di Michael Bloomberg e al suo zelo personale”.
“Oltre alla sostanziale crescita del numero di vapers su scala globale, la nostra ricerca mostra anche come tale situazione si sia rinvenuta in diverse realtà d’Europa e del Nord America – ha affermato Tomasz Jerzynski, data scientist presso GSTHR – Questo aumento è particolarmente significativo perché nella maggior parte dei mercati questi prodotti sono disponibili solo da un decennio”.
IN TESTA IL MERCATO USA
I nuovi dati mostrano anche che gli Stati Uniti d’America rappresentano il mercato più grande per lo svapo con 10,3 miliardi di dollari di fatturato, in ciò seguiti da quello dell’Europa occidentale con 6,6 miliardi di dollari.
A ruota il mercato dell’area Asia-Pacifico (4,4 miliardi di dollari) e dell’Europa orientale (1,6 miliardi di dollari).
Tutto questo si ha in un contesto ancora, generalmente, non esattamente amico del vaping: basti pensare come, in ambito europeo, solo Regno Unito e Francia abbiano posizioni, a livello governativo, di apertura.
Cosa sarebbe, anche e soprattutto da un punto di vista della tutela della pubblica salute, se gli Stati, iniziando da quello nostrano, si attestassero su posizioni di possibilismo?
- Scritto da Italo Di Dio