In Australia hanno messo la sigaretta elettronica nel mirino.
Non bastassero le restrizioni giunte a fine 2021, infatti, in terra dei canguri sono pronte ulteriori iniziative finalizzate a stringere, ancor di più, sul settore del vaping.
La strategia nazionale in materia di contrasto al tabacco riferito agli anni 2022-2030 propone, infatti, l’applicazione di “misure aggiuntive per limitare ulteriormente la commercializzazione, la disponibilità e l’uso di tutti i componenti delle sigarette elettroniche”.
Come detto, piove sul bagnato.
IN MATERIA DI SVAPO, E’ IL PAESE OCCIDENTALE PIU’ RIGIDO
L’Australia è, infatti, come opportunamente evidenziato da Filter, “l’unica democrazia occidentale a richiedere una prescrizione di nicotina per lo svapo”.
Ora come ora, lo Stato dell’Oceania impone, infatti, come, per fare acquisto di e-liquid, si debba presentare una “ricetta” ottenibile presso un ristrettissimo e rigido gruppetto di medici prescrittori.
Una ricetta che indichi come quel soggetto sia fumatore e come il medesimo necessiti di tali e-liquid in un processo di smoking cessation.
Fatto sta, però, come parrebbe, che i camici bianchi non siano molto “facili” a rilanciare la scartoffia. Scartoffia che, qualora la si ottenga, può consentire di fare acquisto, attraverso i canali del web, del materiale in questione.
Altrimenti, sempre servendosi della medesima ricetta, ci si deve rivolgere ad una delle farmacie del territorio statale.
Nel caso di irregolarità, inoltre, ovvero se venisse pizzicato un “import” privo di prescrizione, sarebbero i cosiddetti cavoli amari con pene che, in casi estremi, potrebbero tradursi anche nel carcere.
L’OPPOSTO CASO DELLA NUOVA ZELANDA
Con tutta evidenza, però, tutto questo non viene ritenuto ancora sufficiente atteso come, come appena detto, sono in programma misure ancora più rigide.
Così vicini e così lontani.
Se in Australia l’atteggiamento verso lo svapo è talebano, in Nuova Zelanda l’apertura verso la e-cig è convinta.
E confortata dai risultati se è vero che, dal momento in cui è entrata in vigore tale normativa maggiormente possibilista verso la soluzione vaping, si è assistito ad un calo nel tasso del fumo nazionale dal 13,7% al 10,9%.
E qui risuonano le parole di Colin Mendelsohn, esperto di Salute pubblica australiana e sostenitore della riduzione del danno da tabacco “Il requisito preteso dall’Australia per ottenere prescrizioni di nicotina è così complesso e costoso da rendere più difficile l’accesso ai prodotti per lo svapo rispetto alle sigarette”.
- Scritto da Italo Di Dio