L’anno 2022 sarà quello del disegno di legge Auddino.
Dovrà esserlo.
Archiviata la crisi Covid – il 31 Marzo cesserà la fase emergenziale – smaltite le impellenze connesse al conflitto russo-ucraino, non vi saranno più “scusanti” per quel che riguarda il “varo” del progetto normativo che andrà ad introdurre il divieto di fumo all’aperto in determinati luoghi ed in determinate condizioni.
“Ho ripreso le interlocuzioni – confida a Svapo Magazine il senatore Giuseppe Fabio Auddino, nativo di Polistena e promotore di svariate iniziative a Palazzo Madama – Vi sono delle accelerazioni che mi fanno ben sperare rispetto ai tempi”.
Il senatore potrebbe, con la sua iniziativa, porre una seconda pietra miliare nella legislazione nazionale anti-fumo dopo la prima che era collegata alla “Sirchia”, storica norma che introdusse, anno 2003, il divieto di fumare nei luoghi pubblici al chiuso.
Ora il secondo step che potrebbe essere piazzato da Auddino – laurea in Fisica, docente di Fisica e Matematica presso i Licei.
Ebbene si, perchè il sostegno all’iniziativa di legge è assolutamente forte e trasversale.
DISEGNO BIPARTISAN, SOSTENUTO DA 64 SENATORI
“Si tratta di un disegno bipartisan – commenta l’esponente di Palazzo Madama ai nostri taccuini – sostenuto anche da Lega, Partito Democratico, Italia Viva e da tanti colleghi, ovviamente, del Movimento Cinque Stelle.
La stessa senatrice Bernini, Capogruppo di Forza Italia, ha chiesto di poter apporre la sua firma ed io stesso ho chiesto ai colleghi di Forza Italia di aderire, così come ha fatto il Capogruppo, sperando siano sensibili alla questione. In tutto, ad oggi, il documento è sostenuto dalla firma di 64 colleghi, con tanti che se ne stanno aggiungendo per via”.
Dehors di bar e ristoranti, pertinenze esterne degli ospedali, spiagge, parchi e aree gioco, monumenti pubblici, arene, impianti sportivi, banchine di attesa dei treni
e fermate degli autobus: questi sono alcuni dei contesti che, al momento della entrata in vigore del Ddl, vedrebbero scattare il divieto delle classiche sigarette nonchè di quelle elettroniche e di tabacco riscaldato.
Una norma che, soprattutto con riguardo al fumo di sigaretta, riflette chiaramente le iniziative intraprese, a livello di Enti locali, da sindaci di varie realtà che stanno introducendo, attraverso regolamenti ed ordinanze, le particolari limitazioni.
PANDEMIA E GUERRA HANNO FATTO SLITTARE I PROGRAMMI
“I tempi sono maturi – insiste il medesimo – Dati scientifici dicono in modo chiaro che il fumo all’aperto è altrettanto dannoso come quello al chiuso, in particolare entro i primi dieci metri laddove si registra ancora una drammatica concentrazione di materiali fini e ultrafini. Ora come ora si è più tutelati al chiuso, grazie alle previsioni della Sirchia. All’aperto, invece, come al tavolo di un ristorante, non si è garantiti e si è costretti a respirare il fumo passivo.
Non è salutare nè corretto culturalmente che debba essere investito dalle nubi altrui, mentre mangio una pizza o mentre vorrei solo respirare aria pura.
La stessa cosa mentre guardo una partita allo stadio o sono in attesa di un mezzo pubblico. Il tutto esasperato dal clima rigido che rende il particolato più concentrato.
Occorreva un intervento ma, mi chiedo, come è possibile che dal 2003 nessuno ci abbia mai pensato?”
Quanto all’iter, il progetto è parcheggiato in Commissione Sanità e attende solo di vedere programmata la discussione propedeutica all’Aula.
“Eravamo quasi pronti ad ottobre 2019 – ancora il senatore calabrese – Prima il Covid, poi la guerra hanno differito i tempi.
Il 10 dicembre 2021, tuttavia, in occasione di una conferenza svoltasi alla presenza di esponenti quali il professore Boffi, Giulia Veronesi, Maria Sofia Cattaruzza della Sitab, è stato preso l’impegno, da parte dei senatori Sileri, Parente e Castelloni di incardinare il disegno di legge agli inizi dell’anno in corso.
Ora l’emergenza prima richiamata in Ucraina ha provocato un ulteriore slittamento”.
NIENTE PIU’ SCUSANTI, IL DDL VA APPROVATO
Adesso, però, pare non esservi più “motivi” che possano comportare un ulteriore differimento.
Ed il “no” alle bionde “open air” potrebbe divenire realtà.
Ed il coraggioso Auddino – coraggioso perchè il medesimo va inevitabilmente ad interferire importanti interessi – potrebbe veder legato il suo nome ad una rivoluzione tabagista 2.0, certamente destinata a fare epoca.
Intanto, il medesimo, che non vive di soli divieti anti-fumo, sta anche lavorando ad un discorso normativo relativo alla riduzione nell’uso delle plastiche e ad uno relativo all’impostazione del Titolo quinto.
A chi lo “accusa”, però, di essere contro i fumatori, il parlamentare precisa
“Non sono un talebano che vuole proibire di fumare ovunque, indiscriminatamente, la legge indica chiaramente che le prescrizioni non riguardano tutti i contesti all’aperto.
La mia, in ogni caso – la conclusione – non è una crociata contro i fumatori ma un invito al rispetto di quanti non lo sono”.
- Scritto da Italo Di Dio