Nuovo scossone in Cina.
Dopo aver monopolizzato la sigaretta elettronica, infatti, il Paesone asiatico mette in campo un disegno di legge che potrebbe imprimere un’ulteriore svolta nel settore del vaping.
Secondo la bozza normativa, infatti, sparirebbero dal mercato cinese tutti gli aromi per sigarette elettroniche che, pertanto, verrebbero vietati nella relativa produzione e nella relativa commercializzazione su tutto il territorio statale.
La bozza è già stata licenziata dal Governo cinese con la stessa che, ora, è stata pubblicizzata in attesa di osservazioni da parte di soggetti portatori di interessi.
PRESENTATA LA BOZZA, OSSERVAZIONI FINO AL 29 GENNAIO
Successivamente, sulla base delle eventuali osservazioni ricevute, che potranno essere depositate entro il termine del 29 Gennaio, si procederà alla ratifica definitiva della norma.
Inutile dire quanto impattante potrà essere sul mercato nazionale una norma che, di fatto, lascerà in circolazione esclusivamente liquidi dal sapore base.
Questo “step” è effetto della citata operazione che sta portando lo svapo sotto il diretto controllo dello Stato, in un tutt’uno con la regolamentazione già vigente sul tabacco.
Lo Stato, quindi, che andrà a giocare un ruolo centrale nelle dinamiche del vaping nazionale: non a caso, come si apprende, tutti gli imprenditori, produttori, rivenditori operanti nello svapo dovranno iscriversi ad una piattaforma centralizzata – una sorta di Centrale di committenza nostrana – con gli Organi governativi che, ovviamente, avranno un ruolo di controllo e di supervisione.
UKVIA “CONSEGUENZE NEGATIVE”
Il vantaggio per lo Stato è quello di avere il polso real time del mercato della e-cig, una posizione privilegiata rispetto al sistema di incasso delle tasse.
Questa evoluzione viene accolta con pareri e umori contrastanti.
Si va da quelli entusiasti di Filter che ritiene come “la Cina sta per rivoluzionare la riduzione globale del danno da tabacco” a quelli ben più scettici di John Dunne, Direttore generale della UK Vaping Industry Association, che ha evidenziato come, “nella sua forma attuale, la legislazione avrà un’enorme influenza sul settore sia a livello di Cina sia a livello internazionale, ma non certo in senso positivo”.
- Scritto da Italo Di Dio