Tra migliaia di studi con risultati diversi come trovare la verità?
Come quantificare la tossicità relativa delle sigarette elettroniche?
Una domanda che ha influenzato i dibattiti delle politiche di Harm Reduction in tutto il mondo e che ha spinto il team del Coehar dell’Università di Catania ad intraprendere una delle valutazioni più innovative e complicate al mondo: la ripetizione controllata e validata degli studi condotti in questo campo basata su standard specifici e di alta qualità.
Il progetto Replica, uno dei progetti di ricerca del Coehar, fondato dal professor Riccardo Polosa e diretto oggi dal professor Giovanni Li Volti, ha confermato in questi due anni i risultati ottenuti dai maggiori studi internazionali, validandoli con tecniche innovative e testandoli in diversi laboratori internazionali, in condizioni indipendenti.
Lo studio “Electronic nicotine delivery systems exhibit reduced bronchial epithelial cells toxicity compared to cigarette: the Replica Project” – appena pubblicato su una rivista del gruppo Nature – stabilisce un primato internazionale nel percorso di valutazione della relativa tossicità delle cellule epiteliali bronchiali umane, esposte sia al fumo di sigaretta sia all’aerosol dei dispositivi elettronici a rilascio di nicotina.
CONFERMATA RIDOTTA TOSSICITA’
Dopo aver garantito il maggior grado di standardizzazione ottenibile, il progetto Replica ha confermato la ridotta tossicità dei dispositivi elettronici a rilascio di nicotina rispetto alle sigarette convenzionali.
“I dati in nostro possesso validano molti degli studi internazionali del settore – spiega Li Volti, direttore del Coehar e project leader del progetto Replica – siamo adesso in grado di fornire dati chiari e omogenei per contribuire a diffondere una corretta informazione nel campo della riduzione del danno. Possiamo aprire la nuova strada verso per percorsi efficaci e sicuri di cessazione”.
I ricercatori del team internazionale del progetto Replica (che, ricordiamo, comprende i laboratori dell’Università di Catania, del Coehar, della Grecia, dell’Oman, degli Usa e della Serbia), hanno voluto replicare tre dei maggiori studi internazionali, testandoli in maniera indipendente. Tutti i protocolli di esposizione sono conformi agli standard internazionali (Iso, Coresta e Hci) e le condizioni sperimentali utilizzate in vitro sono compatibili con quelle del fumatore.
Il primo passo è stato quello di studiare la differente tossicità del fumo delle sigarette convenzionali e della sola componente volatile, privata della nicotina. In questo step è stato dimostrato che la tossicità acuta è prevalentemente indotta (circa l’80%) dalle componenti volatili contenute nel fumo di sigaretta piuttosto che dalla nicotina stessa.
CARUSO “PASSO FONDAMENTALE”
Dopo, i ricercatori hanno esposto le differenti culture cellulari alle medesime quantità di nicotina proveniente dai diversi prodotti (sigaretta classica e sigaretta elettronica), dimostrando l’assenza di tossicità connessa all’aerosol delle sigarette elettroniche rispetto alla sigaretta classica.
Inoltre, rispetto agli studi originali, i ricercatori hanno condotto un ulteriore paragone tra gli effetti dell’aerosol dalle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato.
Risultato: nessun effetto citotossico sulle cellule bronchiali da entrambe le tipologie di prodotti.
“Un passo fondamentale per la ricerca nel settore delle sigarette elettroniche – ha spiegato il professore Massimo Caruso, ricercatore del Coehar impegnato nel progetto Replica – Abbiamo acquisito e condiviso standard di ricerca che potranno essere replicati in futuro per evitare la proliferazione di studi scientifici in questo campo con metodologie sbagliate ed inefficaci”. (da coehar.it)
- Scritto da Italo Di Dio